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Settore enologico: firmato il decreto che autorizza la produzione di vini dealcolati
Il 2025 segna una novità importante per il settore enologico italiano: è stato autorizzato il trattamento di dealcolazione dei vini. Il 20 dicembre 2024, infatti, il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha firmato un decreto, dopo l’intesa con la Conferenza Stato-Regioni, che consente la produzione di vini “dealcolati” o “parzialmente dealcolati”. È stato anche approvato l’uso del termine “dealcolato” al posto di “deacolatizzato”, come richiesto dalla filiera.
Il Decreto rende possibile “ridurre parzialmente o totalmente il tenore alcolico dei vini, dei vini spumanti, dei vini spumanti di qualità, dei vini spumanti di qualità di tipo aromatico, dei vini spumanti gassificati, dei vini frizzanti e dei vini frizzanti gassificati”.
I prodotti vitivinicoli che sono stati sottoposti a un trattamento di dealcolazione con le tecniche ammesse dall’Unione Europea (parziale evaporazione sottovuoto, tecniche a membrana, distillazione), riportano la designazione della categoria accompagnata dal termine:
- “dealcolato” se il titolo alcolometrico effettivo del prodotto non è superiore a 0,5 % vol.;
- “parzialmente dealcolato” se il titolo alcolometrico effettivo del prodotto è superiore a 0,5% vol. ed è inferiore al titolo alcolometrico effettivo minimo della categoria che precede la dealcolazione.
Il decreto prevede anche alcune esclusioni e regolamenti:
- I vini IGT, DOC e DOCG non possono essere sottoposti a dealcolazione, sebbene il tema resti in discussione.
- Come era stato chiesto al Ministro, il procedimento di dealcolazione, oltre che nelle distillerie, potrà avvenire nello stesso stabilimento sede delle cantine, ma usando locali separati.
Infine, sono vietati l’aumento del contenuto zuccherino del mosto e l’aggiunta di acqua o aromi esogeni, mentre sarà consentito il recupero e riutilizzo di acqua e aromi endogeni dalla soluzione idroalcolica derivante dal processo.
Il via libera alla produzione di vini dealcolati risponde alle richieste crescenti di molti produttori che, salvo qualche resistenza, hanno chiesto a più riprese al Governo di porre il sigillo sulla nuova norma. Il vino sta affrontando una situazione non facile e la possibilità di utilizzare un mercato in fase di espansione non poteva essere trascurata.
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