L’Azienda Agricola di Aldo Cavallo. Dove il Fagiolo rosso resiste a clima e scarsa manodopera
“Spazi di mercato ce ne sarebbero, ma le condizioni climatiche degli ultimi anni e la difficoltà a trovare manodopera da impiegare nella raccolta stanno frenando, fino a mettere a rischio, lo sviluppo futuro di una delle colture tipiche della nostra provincia e che in molti ci invidiano, in Italia e nel mondo”.
Aldo Cavallo, imprenditore agricolo di Boves, riassume così lo stato di salute attuale del Fagiolo rosso di Cuneo che lui e la famiglia coltivano in 4 ettari in località Sant’Anna.
Parliamo di una delle aziende storiche della zona, da sempre vocata a questa produzione, ma che in tempi passati conduceva a fagiolo oltre 15 ettari, più di tre volte l’attuale estensione. Un’attività che si tramanda da generazioni e che Aldo porta avanti insieme al fratello Marco e alla sorella Ornella.
“Mi ricordo quando da piccolo, d’estate, andavo nei campi e per gioco aiutavo i miei genitori nella raccolta dei fagioli, spinto da una passione innata che ancora oggi mi porto dietro e mi consente di andare avanti affrontando le non poche difficoltà che in questi anni sono insorte”, continua l’agricoltore.
Il riferimento è, in primo luogo, ai cambiamenti climatici in atto che tra fenomeni violenti improvvisi, come le grandinate, e soprattutto le sempre più alte temperature estive provocano danni alla coltivazione. In seconda battuta, poi, il problema a cui più volte Aldo Cavallo fa riferimento è alla mancanza di lavoratori per svolgere le necessarie operazioni in campo, con i tempi e le condizioni richieste da un lavoro a ‘cielo aperto’.
“Gli italiani sono praticamente introvabili e fatichiamo a reperire anche gli stranieri – dice Aldo –, come faccio a pensare di continuare se poi mi manca chi raccoglie il prodotto? Al momento facciamo tutto in famiglia con l’aiuto di un solo stagionale, ma non è una situazione che ci spinge a guardare al futuro con ottimismo e con voglia di investire nel settore. Nella zona sono decine, infatti, le aziende che hanno chiuso i battenti, in parte per mancanza di ricambio generazionale e in parte proprio per carenza di personale nella fase clou dell’anno”.
Dal suo osservatorio Aldo racconta di un’annata contrassegnata dalle piogge di inizio estate che hanno condizionato e ritardato le semine, ma che poi si è ripresa egregiamente, consentendo all’azienda di arrivare a circa 400 quintali di prodotto.
“In questo momento (11 settembre, ndr) facciamo il 95% di stacco, tutto rigorosamente manuale, in una volta sola perché la produzione è matura al punto giusto; confezioniamo i fagioli direttamente in campo in cassette di circa 8 chili. Tutti i giorni, dal lunedì al sabato, alle 14, portiamo il raccolto fresco al mercato di Boves, l’unico rimasto in zona. Il prezzo, in questo momento, è buono perché il mercato è piuttosto scarico di prodotto: di solito in questa stagione sulla piazza si commercializzano circa 4mila cassette al giorno, contro le 1.400/1.500 attuali”.
Il riferimento è, in primo luogo, ai cambiamenti climatici in atto che tra fenomeni violenti improvvisi, come le grandinate, e soprattutto le sempre più alte temperature estive provocano danni alla coltivazione. In seconda battuta, poi, il problema a cui più volte Aldo Cavallo fa riferimento è alla mancanza di lavoratori per svolgere le necessarie operazioni in campo, con i tempi e le condizioni richieste da un lavoro a ‘cielo aperto’.
“Gli italiani sono praticamente introvabili e fatichiamo a reperire anche gli stranieri – dice Aldo –, come faccio a pensare di continuare se poi mi manca chi raccoglie il prodotto? Al momento facciamo tutto in famiglia con l’aiuto di un solo stagionale, ma non è una situazione che ci spinge a guardare al futuro con ottimismo e con voglia di investire nel settore. Nella zona sono decine, infatti, le aziende che hanno chiuso i battenti, in parte per mancanza di ricambio generazionale e in parte proprio per carenza di personale nella fase clou dell’anno”.
Dal suo osservatorio Aldo racconta di un’annata contrassegnata dalle piogge di inizio estate che hanno condizionato e ritardato le semine, ma che poi si è ripresa egregiamente, consentendo all’azienda di arrivare a circa 400 quintali di prodotto.
“In questo momento (11 settembre, ndr) facciamo il 95% di stacco, tutto rigorosamente manuale, in una volta sola perché la produzione è matura al punto giusto; confezioniamo i fagioli direttamente in campo in cassette di circa 8 chili. Tutti i giorni, dal lunedì al sabato, alle 14, portiamo il raccolto fresco al mercato di Boves, l’unico rimasto in zona. Il prezzo, in questo momento, è buono perché il mercato è piuttosto scarico di prodotto: di solito in questa stagione sulla piazza si commercializzano circa 4mila cassette al giorno, contro le 1.400/1.500 attuali”.
Il fagiolo coltivato nell’azienda Cavallo è un bingo borlotto ed è molto richiesto da mercati come il Veneto, in Italia, la Francia e l’Inghilterra, all’estero. “Quest’anno abbiamo una qualità molto elevata con una pezzatura eccellente, grazie anche alla buona escursione termica che da fine agosto accompagna la raccolta. Con un prodotto di questo livello contiamo di riuscire a reggere l’impatto di costi di produzione sempre più alti (affitti, concimi, sementi, canne…) che a giornata ammontano a circa 2mila euro, senza contare la raccolta”.
A dar man forte alla promozione del prodotto c’è la serietà di un marchio e di metodi di produzione garantiti dal Consorzio Produttori Agricoli Bovesani, ma secondo Cavallo non bastano purtroppo a mettere il settore al riparo da un trend che vede le aziende e la superficie di fagiolo in calo. “Il futuro resta nebuloso – spiega –. Solo noi abbiamo inglobato altre 5 aziende in questi anni; realtà che hanno chiuso e che abbiamo deciso di convertire ad altre coltivazioni. Il fagiolo richiede tempo, lavorazioni e cura che ingrandendoci, senza altri aiuti dall’esterno, non ci possiamo più permettere purtroppo. È un peccato perché di questo passo il fagiolo rosso rampicante di Cuneo è destinato a ridursi sempre di più” conclude Cavallo.
Articolo di Paolo Ragazzo. “L’Agricoltore Cuneese”, Ottobre 2024
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