Il DPCM del 10 aprile 2020, oltre a prorogare fino al 3 maggio le misure di contenimento attualmente in vigore, inserisce tra le attività che possono essere svolte anche alcune riguardanti il settore primario.
In particolare, si tratta della silvicoltura e utilizzo delle aree forestali; dell’industria del legno e dei prodotti in legno e sughero, nonché della fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio; del commercio all’ingrosso di concimi e fitofarmaci; della cura e la manutenzione del paesaggio, con esclusione delle attività di realizzazione.
Confagricoltura era intervenuta a più riprese per chiedere di superare l’impasse che ha determinato significative difficoltà operative per la filiera agricola e un notevole danno agli imprenditori interessati dei comparti che ora possono riprendere a lavorare, ed esprime pertanto soddisfazione per l’apertura a questi settori.
Tuttavia, alla luce del nuovo Decreto, restano sospese le attività di fabbricazione di macchine per l’agricoltura, precedentemente consentite dal DPCM 22 marzo e successivamente sospese dal decreto MISE.
A riguardo, Confagricoltura è perplessa per le ripercussioni operative sulla filiera agroalimentare italiana in una fase così delicata per l’approvvigionamento alimentare del Paese: sono numerose le segnalazioni di ordini di macchine agricole che non potranno essere prodotte dalle fabbriche e consegnate ai distributori. E ciò vale anche per la fornitura dei ricambi necessari per la riparazione delle attrezzature.
Confagricoltura auspica che si riesca a superare anche questo blocco, che compromette sia la positività delle misure inserite del nuovo Decreto per il settore primario, sia la continuità dei servizi necessari all’agricoltura.