“Le superfici condotte in affitto sono ovunque in costante aumento e riteniamo, quindi, che sia necessario in futuro prevedere l’accesso ai bandi del Psr anche ai proprietari, permettendo loro, così, di partecipare a progetti di sostenibilità ambientale e, più in generale, di miglioria aziendale. Questi ultimi dodici mesi si sono rivelati molto importanti per la proprietà fondiaria a livello nazionale, con la nomina dei suoi nuovi vertici, e a livello europeo. È stato un anno ricco di sfide dal punto di vista sindacale per far comprendere il ruolo sempre più centrale dei proprietari concedenti beni in affitto per la produttività del settore”. Così ha dichiarato soddisfatta Isabella Moschetti, presidente del Sindacato provinciale dei Proprietari con Beni Rustici in Affitto, al termine dell’assemblea che si è svolta martedì 5 novembre presso la sede di Confagricoltura a Cuneo.
Durante l’incontro è stata analizzata la situazione del mercato fondiario e degli affitti, con dati interessanti. A livello nazionale il 45,3% della Superficie agricola utilizzata (Sau) è in affitto, per un totale di 5,8 milioni di ettari (dati 2016, ultimi disponibili). Dati quasi raddoppiati (+93%) rispetto al 2000 quando la Sau in affitto era di 3 milioni di ettari. In Piemonte la percentuale di Sau in affitto è ancora maggiore, pari al 63% del totale, per una dimensione media aziendale di circa 19 ettari, contro gli 11 nazionali. In provincia di Cuneo i dati rispecchiano sostanzialmente l’andamento regionale.
In generale, i principali elementi che continuano ad influenzare il mercato degli affitti sono la scarsa liquidità e le incertezze collegate all’instabilità dei redditi aziendali. Sono in particolare i giovani imprenditori che, usufruendo anche dei premi di primo insediamento offerti dal Programma di Sviluppo Rurale, optano per questa strada. Si attenua, poi, rispetto al passato l’interesse per i terreni da destinare a colture energetiche, mentre i contoterzisti rimangono attori importanti nella composizione della domanda. Dal punto di vista contrattuale prevalgono fortemente gli affitti in deroga (art. 45 della legge n. 203/1982) con una durata media inferiore rispetto al passato, mentre sono ormai in estinzione gli accordi verbali.
I canoni nel complesso rimangono stabili, con incrementi segnalati per terreni con colture di pregio e vigneti. In quest’ultimo caso, si segnalano effetti diretti legati alla recente riforma del sistema di autorizzazione degli impianti che modifica i criteri di assegnazione e limita la trasferibilità dei diritti di impianto fuori regione. Tranne qualche eccezione, non si segnalano invece effetti dovuti all’istituzione delle Banche della Terra, nonostante diverse regioni le abbiano approvate definitivamente. Il mercato risulta particolarmente dinamico nelle regioni settentrionali, dove la domanda di terra si registra in crescita e tendenzialmente superiore all’offerta, mentre rimane un evidente dualismo strutturale tra aree interne e zone più vocate.
In chiusura dell’incontro sono stati esaminati anche gli aspetti fiscali che interessano da vicino i proprietari fondiari, facendo il punto sulle diverse casistiche che si possono presentare. Un’ulteriore dimostrazione di come la proprietà fondiaria sia sempre più parte attiva nella gestione dell’azienda agricola, con conseguenti ricadute tangibili sull’ambiente in cui operano.