“In Piemonte abbiamo una produzione frutticola d’eccellenza, apprezzata in Italia e all’estero. Ciò che dobbiamo cercare di fare è sviluppare, insieme a tutti gli altri attori della filiera, una strategia di crescita che riesca a coniugare l’equilibrio produttivo e commerciale, per consentire uno sviluppo armonico del comparto, in grado offrire prospettive serene agli operatori.” Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, insieme ai tecnici dell’organizzazione degli imprenditori agricoli fa il punto sull’andamento della campagna frutticola 2019 che presenta luci e ombre.
Sulla base delle rilevazioni dei tecnici di Confagricoltura nelle diverse aree frutticole, la campagna delle pesche e nettarine si presenta con una produzione molto buona per quanto riguarda la quantità, superiore di un 5-10% rispetto al 2018, con frutta di qualità eccellente.
In Piemonte – elaborazioni Confagricoltura su dati ufficiali Istat, Sinab e Sistema Piemonte– la superficie destinata a pesche e nettarine è di 3.300 ettari, concentrati prevalentemente in provincia di Cuneo (2.943 ettari) e coinvolge in tutto 2.765 imprese (1.619 in provincia di Cuneo).
Proprio in questi giorni (seconda decade di agosto) è iniziata la raccolta delle pesche tardive. Il mercato, partito bene con le qualità precoci circa un mese fa, oggi non sta offrendo soddisfazioni: i prezzi sono in flessione di circa il 10% rispetto allo scorso anno, anche a causa della buona quantità in offerta, e non garantiscono, in molti casi, la copertura dei costi di produzione. Per le pesche destinate alla trasformazione industriale, i costi di raccolta sono inferiori ai prezzi di mercato.
I produttori lamentano anche una forte concorrenza, in particolare da parte della Spagna, che può contare su un costo del lavoro molto più competitivo e su logistica e trasporti più efficienti. L’attesa è per l’ultima fase della campagna; i produttori si augurano che le varietà tardive possano ancora regalare qualche soddisfazione.
Per quanto riguarda la raccolta delle mele proprio in questi giorni (attorno al 20 agosto) sono iniziati i primi distacchi delle varietà estive, mentre dall’inizio della prossima settimana sarà la volta delle mele del gruppo Gala. In Piemonte si coltivano 6.287 ettari di meleti, con il coinvolgimento di 3.075 imprese. Anche in questo caso la parte del leone la fa Cuneo, con 5.414 ettari, seguita a distanza da Torino, nelle aree del Cavourese ai confini con la Granda, con 634 ettari.
Tra i produttori di mele si registra un cauto ottimismo: la quantità è in calo di circa il 5 – 10% rispetto al 2019, mentre la qualità si presenta molto buona. La raccolta delle mele andrà avanti fino a fine settembre, con una coda per quanto riguarda le varietà super-tardive, che verranno raccolte da metà ottobre fin dopo le feste dei Santi.
La produzione di pere quest’anno è praticamente azzerata per problemi di alternanza produttiva e per le difficoltà climatiche che hanno ostacolato sia l’impollinazione, sia la maturazione dei frutti.
In crescita, ma con difficoltà, il comparto della frutta biologica. Complessivamente in Piemonte si coltivano 2.437 ettari di frutteti biologici (i dati sono ricompresi nel totale delle coltivazioni frutticole) su un totale di 33.761 ettari a livello nazionale. Il mercato, a livello di prezzi, remunera bene i raccolti bio, ma gli scarti delle pezzature non conformi sono molto elevati e possono arrivare in alcuni casi fino al 70% del totale. Quest’anno l’andamento della campagna è stato ostacolato dal clima, con sbalzi termici anomali (periodi troppo freddi o troppo caldi) per cui la frutta raccolta risulta di difficile conservabilità.
Sta andando bene la raccolta dei piccoli frutti. In generale la campagna si presenta migliore rispetto allo scorso anno e i prezzi risultano remunerativi.
In Piemonte la coltivazione professionale dei piccoli frutti è concentrata pressoché esclusivamente in provincia di Cuneo, dove si contano 277 ettari di lamponi, more, ribes, uva spina e altre bacche su un totale di 285 ettari a livello regionale.
“I nostri frutticoltori – commenta Enrico Allasia – sono tra i più all’avanguardia: negli anni hanno saputo adottare un rinnovamento varietale significativo e oggi generalmente le varietà sono interessanti per il mercato, la meccanizzazione è in costante evoluzione, il rispetto per la sostenibilità ambientale è spiccato. La sfida del futuro è sviluppare intese che coinvolgano tutta la filiera: dalla produzione, delle aziende singole e cooperative, ai grossisti, alla distribuzione organizzata”.
Confagricoltura evidenzia ancora due argomenti sui quali occorre concentrare l’attenzione: la lotta alla cimice asiatica, che anno per anno sta diventando sempre più invasiva e che in molti casi rovina interi raccolti e la ridiscussione dei rapporti tra l’Unione europea e la Russia. “L’embargo – conclude Allasia – ha già penalizzato molto e sta mettendo in estrema difficoltà le nostre produzioni frutticole, che sui mercati russi trovavano uno sbocco naturale, apprezzato e a prezzi soddisfacenti”.