“Per l’agricoltura italiana il recesso del Regno Unito senza un accordo sarebbe lo scenario peggiore possibile e il Piemonte sarebbe una delle regioni più penalizzate”. Il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia commenta così il voto del Parlamento britannico che ieri ha respinto l’accordo raggiunto con Bruxelles e già approvato, a dicembre, dal Consiglio europeo. “Allo stato dei fatti – aggiunge il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – dal 30 marzo prossimo assisteremo a un forte rallentamento nel flusso delle esportazioni agroalimentari destinate al mercato britannico”.
Per l’Italia, il Regno Unito è il quarto mercato di sbocco con vendite annuali nell’ordine di 3,5 miliardi di euro, e il terzo per il settore vitivinicolo, dopo Stati Uniti e Germania. I prodotti a indicazioni geografica e di qualità incidono per il 30% sul totale. Per il Piemonte, l’agroalimentare è il terzo settore per valore di tutto l’export, con un peso di poco inferiore all’11% e il primo settore nelle esportazioni verso il Regno Unito, dove il solo comparto dei vini vale circa 200 milioni di euro.
“Va fatto ogni sforzo – aggiunge Allasia – per scongiurare una situazione che la Commissione UE ha definito di grande sconvolgimento per i cittadini e le imprese; ma dobbiamo prepararci a tutti gli esiti possibili”.
Confagricoltura ha già chiesto la costituzione di una task force presso il ministero delle Politiche agricole a supporto delle imprese e nei prossimi giorni il presidente Giansanti sarà a Bruxelles per incontrare il commissario all’agricoltura Phil Hogan e discutere sulle possibili iniziative a sostegno del settore.