“Chiediamo alla Regione Piemonte più flessibilità nell’applicazione della norma sullo spandimento dei reflui zootecnici, di seguire il reale andamento climatico e di non porre dei paletti troppo vincolanti, che non sono in linea con un’attività dinamica come quella dell’allevamento”. Confagricoltura Cuneo torna sulla delicata vicenda dello smaltimento dei reflui dopo la lettera datata 21 dicembre e indirizzata alla Direzione Agricoltura della Regione Piemonte nella quale aveva segnalato le molte criticità per l’inverno 2019, in particolare quella relativa proprio alla difficile gestione degli stoccaggi dei reflui zootecnici, considerando il decreto che stabilisce come il materiale non possa essere sparso nei campi nel periodo invernale, compreso tra novembre e febbraio.
“E’ oggettivo che il clima stia cambiando – mette in luce il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio -. Capita sempre più frequentemente, infatti, che faccia bello nel mese di dicembre, mentre la situazione peggiori da gennaio a marzo. Se in questi giorni si può spandere, ci sia permesso di farlo. Manteniamo pure la stessa finestra per i giorni di divieto, modulandola però in base all’andamento del clima e allo stato dei terreni. Diversamente, c’è il serio rischio che le vasche di raccolta dei nostri agricoltori possano tracimare, con i derivanti rischi di natura igienico-sanitaria”.
Nella lettera inviata alla Regione a fine dicembre, Confagricoltura aveva evidenziato come a causa dell’andamento meteo-climatico piuttosto anomalo di quest’anno, si fosse verificato un ritardo nelle semine primaverili, che ha portato a posticipare oltre il periodo consueto la raccolta e le successive operazioni colturali autunnali, tra cui l’applicazione al suolo dei reflui zootecnici. A complicare le operazioni, oltre al già ridotto lasso di tempo a disposizione prima del divieto invernale, sono state le piogge prolungate, che hanno di fatto ridotto la finestra a disposizione a 9-10 giorni utili, contro i 20-21 potenziali. Molte aziende, di conseguenza, si trovano ora costrette a dover affrontare il periodo di divieto assoluto in condizioni precarie e con il serio rischio di tracimazione delle vasche di stoccaggio, specialmente se si dovessero verificare piogge o nevicate abbondanti.
“Avevamo chiesto alla Regione di iniziare a predisporre azioni e strumenti necessari per poter gestire situazioni di emergenza ambientale e sanitaria che si potrebbero verificare nei prossimi mesi – sottolinea Confagricoltura -. La Regione Piemonte, pur recependo le sopracitate segnalazioni, ha però ribadito il divieto assoluto dall’1 dicembre al 31 gennaio ed in qualsiasi momento in caso di suolo innevato, gelato o saturo d’acqua, sottolineando inoltre come per il mese di febbraio saranno applicabili solo più altri 10 giorni di divieto, essendone già stati previsti 20 (dei 30 complessivi a disposizione) a novembre 2018”.
Una presa di posizione che è soprattutto legata ad aspetti tecnico-burocratici, ma che non risolve concretamente il problema. Pertanto, Confagricoltura ha scelto di proseguire nella propria azione, alla ricerca di una soluzione pratica ed anticipata: “Continuiamo a rimarcare questo delicato aspetto – conclude il presidente provinciale e regionale Enrico Allasia -. Sappiamo della possibilità di emettere ordinanze ad hoc in deroga alle normative regionali, come già in questi giorni alcuni sindaci del territorio hanno fatto, però questa è una tematica troppo importante e fondamentale per la nostra agricoltura, che va affrontata nelle sedi opportune a livello regionale”.