Confagricoltura Cuneo critica l’obbligo di fatturazione elettronica che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2019 e auspica interventi.
“La fattura elettronica che dal 1° gennaio 2019 sarà obbligatoria anche per i produttori agricoli rischia di trasformarsi nell’ennesimo costo a carico degli imprenditori del settore, non agevolando la competitività complessiva di un comparto che avrebbe sì bisogno di misure adeguate per sfruttare al meglio le potenzialità offerte dalle innovazioni e dalle tecnologie, ma non di ulteriori balzelli e complicazioni che non generano alcun beneficio per il settore”. La Confagricoltura di Cuneo è molto scettica sull’entrata in vigore dell’obbligo di emissione della fattura elettronica per tutti i rapporti commerciali tra soggetti residenti nel territorio italiano e valevole sia nei rapporti tra soggetti titolari di partita IVA (operazioni B2B, cioè Business to Business), che nei rapporti fra titolari di partita IVA e privati (operazioni B2C, cioè Business to Consumer).
“Occorre considerare che molte delle imprese agricole cuneesi operano in zone non raggiunte da adeguata copertura delle reti internet e questo fattore complica ancor di più l’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo –. Il digital divide in provincia di Cuneo, infatti, è ancora piuttosto accentuato in particolare nelle zone montane e pedemontane, dove i disservizi sulle linee sono frequenti e non rendono sempre possibili connessioni internet fluide. Inoltre, l’età media degli agricoltori supera i 50 anni e questo non agevola l’utilizzo di una tecnologia informatica per prassi così comuni come emettere e ricevere una fattura. È molto probabile, quindi, che soprattutto le imprese più piccole o quelle meno strutturate si dovranno rivolgere ad intermediari per la gestione della fatturazione, facendo aumentare di molto gli oneri a loro carico”.
“In Europa soltanto il Portogallo ha optato per una strada simile a quella scelta dall’Italia, da cui peraltro non sono del tutto esclusi neppure i piccoli produttori agricoli in regime speciale perché se è vero che sono esonerati dall’emissione della fattura elettronica attiva, devono comunque attrezzarsi per poter ricevere quelle passive – sottolinea Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo –. Problematiche e dubbi che devono essere ascoltati da chi oggi è chiamato a decidere, modificando l’obbligo previsto, se non nei tempi almeno nelle modalità di esecuzione, perché il settore agricolo necessità di semplificazione e strumenti informatici utili a migliorare il funzionamento aziendale, non di altri ostacoli”.
A questi aspetti si aggiunge anche il rischio di una possibile violazione della privacy, di recente avanzato anche dal Garante che ha giudicato il “trattamento sistematico, generalizzato e di dettaglio di dati personali su larga scala, potenzialmente relativo ad ogni aspetto della vita quotidiana dell’intera popolazione, sproporzionato rispetto all’obiettivo di interesse pubblico, pur legittimo, perseguito”.
“Non vogliamo entrare nel merito delle motivazioni, pur in parte condivisibili di un simile provvedimento, ma se non sarà migliorato da gennaio prepariamoci ad assistere ad un aumento, oltre che di costi, anche di disguidi tra fornitori e con i clienti a causa di questo sistema – conclude Allasia -. Ecco perché, a nostro avviso, ci vorrebbe perlomeno una maggior gradualità nella gestione di un passaggio così importante per il modus operandi dell’attività aziendale, non solo del comparto, ma dell’intera economia del nostro Paese”.
La Confagricoltura di Cuneo ha comunque in programma per le prossime settimane una serie di incontri con le aziende associate presso tutte le sedi di zona al fine di spiegare l’imminente entrata in vigore dell’obbligo e presentare alcuni strumenti informatici per gestire in azienda parte del processo di fatturazione.