Nei giorni scorsi Confagricoltura è intervenuta con una lettera inviata ai ministri dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo, e della Salute per sollecitare ancora una volta un’azione congiunta a favore del contenimento della fauna selvatica.
L’iniziativa è scaturita da una esigenza specifica e cioè quella di evitare un contagio dalla Peste Suina Africana di cui come noto si sono registrati di recente dei casi in Belgio e che sta preoccupando, a buon diritto, gli allevatori suinicoli.
Pur avendo assunto da subito, a dire il vero, il Ministero della Salute le prime precauzioni in termini di sorveglianza passiva e di aumento delle misure di biosicurezza negli allevamenti, come peraltro suggerito anche dalla Confederazione, è stato ritenuto utile intervenire nuovamente sui vertici dei dicasteri interessati.
In primis, è necessario affiancare alle prime misure assunte dall’Amministrazione una efficace azione che impedisca la diffusione della Peste Suina Africana in Italia che, come da più parti è stato dimostrato, è intimamente legata alla diffusione delle specie selvatiche ed in particolare dei cinghiali. Il contenimento della popolazione di tale specie animale costituisce quindi ad avviso di Confagricoltura la misura precauzionale principale rispetto al rischio di una diffusione del virus che tocchi i nostri allevamenti.
Recentemente la stessa EFSA ha pubblicato un’opinione scientifica sui metodi di prevenzione e contenimento più efficaci della diffusione della peste suina veicolata dai cinghiali, che potrebbe essere utilizzata come testo scientifico base per interventi efficaci. Puntare sugli abbattimenti costituisce d’altro canto una scelta sulla quale anche altri Paesi sono indirizzati. In Francia, è recente la notizia di nuove disposizioni che, visti i positivi risultati delle azioni di contenimento e controllo, vanno nella direzione di una riduzione significativa della popolazione di cinghiali.
Va citata in tal senso anche la risposta ad una interrogazione parlamentare di fine settembre, in occasione della quale il Ministro Centinaio aveva speso parole in favore dell’utilità degli “abbattimenti programmati” e paventato la istituzione di un tavolo tecnico tra i dicasteri coinvolti.
Confagricoltura quindi ritiene che si debba rapidamente concretizzare questa ipotesi e confrontarsi tra tutte le istituzioni coinvolte sull’argomento del contenimento della fauna selvatica responsabile della diffusione della malattia. Se, infatti, nelle aree dove il virus è stato identificato è opportuno contenere l’attività venatoria perché potrebbe addirittura aumentare la diffusione del virus, al contrario nei territori come quello italiano, dove ancora fortunatamente la patologia non è presente, occorre intensificare la caccia e ridurre il numero di cinghiali diminuendo così drasticamente il rischio di introdurre la peste suina in Italia.
Confagricoltura ha quindi evidenziato la necessità che il Governo e le Regioni accolgano tali richieste per evitare l’arrivo della PSA in Italia e limitare comunque la presenza di specie che arrecano parecchi danni alle imprese agricole. Il tutto, in maniera da definire quanto prima un vero e proprio piano di contenimento del numero di cinghiali sul territorio nazionale con misure anche straordinarie che possano incidere sulla popolazione dei “selvatici”.