Riceviamo e condividiamo le preoccupazioni espresse da un gruppo di pastori e margari dell’Alta Val Pellice per il numero crescente di lupi in montagna. Riportiamo di seguito integralmente la loro lettera inviata ai politici e alle istituzioni locali.
Siamo un gruppo di pastori e margari dell’Alta Val Pellice, tutti uomini e donne che ogni anno, alla fine della primavera, salgono agli alpeggi con famiglie e bestie: bovini, ovi-caprini ed equini.
La nostra è sempre stata una vita dura, fatta di sudore, fatica e sacrifici, ma era…la nostra vita e mai ce ne siamo lamentati.
Prima di noi genitori e nonni avevano fatte le stesse cose, insegnandoci quello che loro stessi avevano imparato in famiglia, prendendo dalla Natura e restituendo ad essa, in un ciclo che eguale si ripeteva perpetuo, anno dopo anno, per decenni e secoli.
La sveglia puntata prestissimo, prim’ancora della levata del sole, per mungere le bestie e poi tutta la giornata insieme ai nostri animali, ad accudirli, pascolarli.
La sera quando rientravamo affaticati alle nostre spartane abitazioni non era ancora finita, perché i lavori dell’alpeggio sono tanti, e poi si debbono mettere al riparo gli animali, lavorare il latte, preparare i formaggi,e nulla può essere trascurato. Mai!
Tornavamo a valle ad ottobre, alle prime nevi, stremati ma felici, consapevoli che quella durissima vita non facesse per tutti, ma comunque per noi fosse quasi un premio e non un castigo divino.
Da qualche anno non è più così, perché sui nostri monti è tornato il lupo!
All’inizio pure noi speravamo che fossero elusivi, schivi, innocui, proprio come ci avevano sempre detto, ma poi abbiamo capito che non era così: si sono moltiplicate le predazioni, gli attacchi alle nostre bestie, e la nostra vita molto velocemente si è trasformata in un incubo.
Recinti elettrificati da spostare continuamente, feroci cani da guardiania che creano problemi con viandanti e turisti, e la necessità d’essere sempre presenti sul posto e vicino agli animali, perché altrimenti il lupo ti sottrae qualche pecora o t’uccide un vitello o una vacca; insomma si…divora il frutto delle tue fatiche!
Viviamo da reclusi, a 2.000 metri d’altezza dove rumori e luci della città sono lontanissimi, ed abbiamo paura per i nostri bimbi, che sino a pochi anni fa giocavano sereni fuori dalle baite mentre ora non possiamo più perderedi vista.
Molti credono che la presenza del lupo non sia un problema, lo scrivono su Facebook o mandano lettere ai giornali, ma nemmeno sanno cosa sia la vera montagna, al più la vivono in qualche week-end e durante le vacanze estive credendo sia un club vacanze, od un grande parco naturale dove tutti i giorni passa il Ranger Smith a rigovernare i sentieri o allontanare Yoghi e Bubu dai cestini dei campeggiatori.
Non è così, e invitiamo coloro che si preoccupano del benessere animale a vedere con i loro occhi come debbono vivere le nostre bestie, e cosa capita a greggi ed armenti dopo un’incursione dei lupi. Se davvero li amano vengano la prossima estate a lavorare una decina di giorni da noi, li ospiteremo volentieri dandogli un tetto sulla testa, da mangiare e, naturalmente, aria pura da respirare. Lassù potranno anche udirne gli ululati, forse pure vederli.
In più potranno fare tutto quello che facciamo noi, dall’alba al tramonto.
Vengano, ma sappiano che quella non è…”L’isola dei famosi”, e quando ti stufi puoi chiamare l’elicottero per farti riportare in città, lassù ormai è diventato…L’Inferno dei Dimenticati!