Numerosi agricoltori della Granda nei giorni scorsi hanno incontrato i dirigenti della Confagricoltura di Cuneo per manifestare apertamente tutto il loro disappunto nei confronti di un Piano di Sviluppo Rurale che continua a non rispondere adeguatamente alle loro attese e necessità. Dopo la manifestazione di protesta dello scorso 4 novembre a Torino davanti all’assessorato all’Agricoltura, infatti, poco è cambiato nell’accoglimento delle domande relative ai bandi per il miglioramento aziendale (misura 4), l’insediamento dei giovani (misura 6) e l’agroambiente (misura 10). Tanto che la Confagricoltura ha richiesto con urgenza la convocazione di un tavolo tecnico alla Regione che avrà luogo il mercoledì 14 dicembre.
“Nelle ultime settimane i problemi purtroppo non si sono risolti anzi i nostri timori si sono rivelati fondati – sottolinea Roberto Abellonio, direttore della Confagricoltura di Cuneo – Da un lato, infatti, la Regione dichiara di volersi impegnare ‘per fare in modo che il Psr sia uno strumento il più possibile efficace per rilanciare l’agricoltura piemontese a partire dal sostegno ai giovani, agli investimenti e all’agroambiente’, ma dall’altro continua a non ascoltare le nostre richieste e anzi fa sapere alle aziende escluse che c’è la possibilità di ripresentare domanda su nuovi bandi di prossima apertura, ma che non terranno conto, tuttavia, degli interventi già realizzati e per cui si era richiesto un aiuto finanziario”.
“Purtroppo ad oggi abbiamo ricevuto solo molte rassicurazioni, ma la situazione non è migliorata – dichiara Marco Bruna, direttore di Confagricoltura zona di Saluzzo e Savigliano – C’era tanta attesa, ad esempio, per le ultime evoluzioni delle misure agroambientali, ma anche in questo caso non è cambiato nulla, niente di niente. E intanto le nostre aziende continuano a perdere competitività”.
“Di fronte alle segnalazioni di numerose nostre aziende abbiamo da subito chiesto un Tavolo tecnico con l’assessore Ferrero – conclude Enrico Allasia, presidente della Confagricoltura di Cuneo – perché occorre che la situazione venga riesaminata e riconsiderata da parte dell’assessorato regionale all’Agricoltura. Se le condizioni restano quelle attuali, ad essere più penalizzate saranno proprio le aziende in prospettiva più competitive, che in parte hanno già realizzato gli investimenti a proprie spese e ora si vedono sottratte dalla possibilità di richiedere un finanziamento legittimo”.