Quantità in leggero calo, a causa del clima siccitoso estivo ma buona qualità per le castagne cuneesi. La raccolta del frutto principe dell’autunno è in pieno svolgimento sia nei boschi delle vallate che nei numerosi nuovi impianti a frutteto che sono sorti in questi anni e sta registrando segnali variabili a seconda delle zone. “Due i fattori che stanno facendo da comune denominatore a questa raccolta – spiegano i tecnici di Confagricoltura Cuneo – la positiva riduzione dei danni provocati dal Cinipide e una pezzatura leggermente inferiore rispetto allo scorso anno, proprio per via della mancanza di precipitazioni nella fase di fioritura”. Raccolta a parte, il settore in provincia di Cuneo si dimostra in evoluzione, alle prese con un’importante opera di ristrutturazione con numerosi nuovi impianti più gestibili dal punto di vista agronomico.
Per quanto riguarda gli impianti ‘ibridi’ euro-giapponesi, abbiamo rese in calo anche del 30% ma una qualità eccellente, accompagnati da quotazioni di partenza favorevoli per i produttori – spiega Adriano Rosso, direttore Confagricoltura zona di Cuneo -. Anche nelle castagne ‘nostrane’ riscontriamo una buona qualità, ma se analizziamo l’aspetto quantitativo abbiamo una situazione con cali diffusi. Questo è dovuto principalmente alla poca pioggia caduta quest’estate e nel mese di settembre. Per garantire un futuro migliore a questa coltura tipica del nostro territorio, tuttavia, è di fondamentale importanza riprendere a gestire con maggior attenzione e cura l’intero ciclo vegetativo delle piante e proseguire con nuovi innesti per cercare di rinnovare gli impianti”.
“Il prodotto è sano e di qualità, anche se la caduta a terra dei ricci è stata rallentata a causa del clima secco e asciutto – aggiunge Valter Roattino, direttore Confagricoltura zona di Mondovì -. Speriamo in una ripresa delle quotazioni, che erano partite molto bene a inizio raccolta per poi calare in questi giorni su prezzi troppo bassi per garantire un reddito adeguato ai produttori. Occorre ancora tempo per dichiararsi fuori dalla crisi, ma serve continuare nell’opera di razionalizzazione degli impianti attraverso la messa a dimora di nuove varietà e maggiori investimenti in tecnologia. La richiesta di frutta in guscio è attualmente positiva, ecco che occorre quindi essere pronti sotto tutti punti di vista per sapere cogliere le opportunità che i mercati possono offrire”.
“Per poter garantire un nuovo sviluppo alla castanicoltura cuneese servono impianti più gestibili dal punto di vista agronomico, andando a intervenire, ad esempio, sulla nutrizione del suolo – conclude Simone Monge, tecnico di Confagricoltura Cuneo -. È indispensabile continuare a introdurre nuovi metodi di impianto, per garantire una base produttiva meno suscettibile alle variabili climatiche, e migliorare la genetica delle produzioni autoctone. Servono, infine, interventi sull’intera filiera, che è da potenziare e rivedere in alcuni suoi passaggi”.