La raccolta del kiwi cuneese presenta quest’anno più luci che ombre. A dirlo è Confagricoltura Cuneo che analizza l’ultima campagna di raccolta nei frutteti della Granda: la qualità del prodotto si conferma al top e anche le rese sono tornate su livelli interessanti. Alla base ci sono i positivi influssi del clima degli ultimi mesi, oltre al contenimento della Psa.
Lo conferma Alberto Giordano, presidente della sezione Ortofrutta della Confagricoltura di Cuneo: “Le condizioni climatiche sono state favorevoli all’intero ciclo del kiwi – sottolinea -, in particolare, durante la primavera il giusto grado di pioggia ha favorito la fioritura, così da permettere lo sviluppo di frutti con grammature quasi sempre elevate. Sotto il profilo commerciale, purtroppo, le notizie non sono così rosee, con prezzi prima timidi e poi al ribasso a causa dell’abbondante produzione registrata in altre aree italiane e di una richiesta del mercato estero di certo non entusiasmante. L’impatto della Pseudomonas syringae, invece, è stato più contenuto per fortuna; negli ultimi due anni abbiamo avuto inverni più miti che hanno favorito una latenza della Psa, ma la guardia resta elevata. Occorre continuare a gestire al meglio la situazione evitando errori. Detto questo in alcune zone limitrofe all’area più colpita, ossia il Saluzzese, ci sono aziende che hanno iniziato a reimpiantare actinidia. È un buon segno perché è fondamentale che il kiwi resti una coltura di riferimento per le nostre zone, garantendo un’importante diversificazione colturale per le aziende frutticole”.
Anche dai tecnici dell’associazione giungono indicazioni confortanti per quanto riguarda la presenza della Batteriosi e la qualità del raccolto. “Qualità e quantità sono andati di pari passo – dice Nicolas Anghilante, tecnico di Confagricoltura Cuneo -; in gran parte degli appezzamenti, infatti, si sono raggiunte rese che si facevano cinque o sei anni fa, prima della batteriosi, dai 90 ai 120 quintali a giornata. La Psa è stata meno aggressiva. I prezzi di vendita sono il tasto dolente, causa gli elevati quantitativi registrati in Paesi come Cile e Nuova Zelanda e, in Italia, in provincia di Latina”.
In Piemonte si parla di una produzione in aumento del 3% rispetto al 2014. A livello nazionale quest’anno si dovrebbero sfiorare le 500mila tonnellate (il 65% del totale prodotto in Europa), con un incremento complessivo dell’8% sull’anno precedente.