Confagricoltura Cuneo organizza cinque incontri sul territorio provinciale per illustrare le linee guida del nuovo Piano di Sviluppo Rurale 2014/2020, in attesa che vengano definiti quanto prima i prossimi bandi da parte della Regione Piemonte. Le città che ospiteranno i cinque appuntamenti sono: Cuneo, Lagnasco, Mondovì, Santo Stefano Belbo e Grinzane Cavour.
Il primo appuntamento avrà luogo lunedì 23 novembre, alle 17, presso la sede provinciale della Confagricoltura, in via Bruno Caccia 4 a Cuneo. Gli incontri sono aperti a tutte le aziende agricole interessate. Per maggiori informazioni contattare la segreteria organizzativa al numero 0171/692143.
“Gli agricoltori devono essere messi nelle condizioni di presentare le domande di contributo nel più breve tempo possibile, almeno per quanto riguarda gli interventi più attesi, come quelli relativi agli investimenti strutturali, all’insediamento dei giovani agricoltori e alle misure agroambientali – afferma il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia -. Auspichiamo che il tempo perso per la pubblicazione del Piano sia recuperato e che i bandi non tardino ad arrivare. Confagricoltura Cuneo è già al lavoro per raccogliere le adesioni alle varie misure del Programma di sviluppo rurale, fornendo la necessaria consulenza per la redazione dei piani d’investimento”
Gli altri appuntamenti in programma si svolgeranno, sempre alle 17, secondo il seguente calendario: giovedì 26 novembre a Lagnasco (Castello – via Castelli, 1), martedì 1° dicembre a Mondovì (Sala Conferenze del Comune – corso Statuto 13), mercoledì 2 dicembre a Santo Stefano Belbo (Fondazione Cesare Pavese – piazza Confraternita 1) e venerdì 11 dicembre a Grinzane Cavour (Fondazione Banca d’Alba – piazza della Chiesa, 2).
Dopo una più attenta lettura del Piano approvato da Bruxelles, Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo, si dichiara perplesso circa alcuni aspetti: “Non ci troviamo d’accordo su alcuni criteri relativi, in particolare, alle priorità di ammissione delle domande perché si andrebbero a compiere errori già commessi con la precedente programmazione. Ci riferiamo alla destinazione di alcuni aiuti ad aziende che non rappresentano il futuro della nostra agricoltura, mentre bisognerebbe concentrare gli sforzi economici su quelle realtà più attive, che hanno le maggiori potenzialità per sostenere le sfide future. La Regione Veneto, per esempio, nella definizione dei criteri ha tenuto conto di questo, dando priorità alle aziende più dinamiche e produttive sul territorio”.