“I possibili rischi del consumo di carne rossa sono solo ipotetici, mentre i benefici nutrizionali sono indiscutibili. Serviva maggior cautela perché di certo, per ora, ci sono solo i danni economici che si stanno creando al settore zootecnico, da sempre attento a fornire qualità nonostante i sempre più elevati costi di produzione”.
Con queste parole Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo esprime la posizione dell’associazione agricola provinciale dopo le recenti rivelazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che hanno creato allarmismo intorno al consumo di carni rosse e insaccati.
“Quest’ultimo caso è solo l’ennesimo episodio di come il settore sia costantemente preso di mira – rincara Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo -. La diffusione di notizie date senza prima essere discusse e filtrate crea danni irreparabili al settore e a questo si aggiunge la mancata difesa del comparto da parte dei Ministri competenti e, più in generale, delle Istituzioni. I danni provocati da un’informazione distorta e generica vanificano tutti gli sforzi profusi e le risorse impiegate nella promozione dei nostri prodotti”
Solo qualche mese fa la Confagricoltura di Cuneo, da sempre in prima linea nella difesa degli allevatori, in occasione del convegno “La carne NON è debole” organizzato a Genola aveva sottolineato come la non corretta informazione, basata su motivazioni puramente ideologiche e prive di fondamento scientifico, rischi di mettere in cattiva luce e criminalizzare l’intero settore, uno dei più importanti della provincia che negli ultimi anni ha dovuto fronteggiare una serie di difficili cambiamenti. Ora questo nuovo colpo.
“I dati diffusi dall’Oms si basano sull’identificazione degli agenti di rischio e non sulla valutazione del reale pericolo, i risultati non devono quindi portare a conclusioni affrettate. Un valido esempio può essere la classificazione data dalla AIRC sulle radiazioni solari: è classificata come agente di rischio elevato, senza che ciò pregiudichi per l’uomo l’esposizione ai raggi solari, che può essere effettuata con le dovute precauzioni.
Allo stesso modo, occorre sottolineare che il consumo di carni rosse e lavorate costituisce un eventuale possibile rischio solo nel caso di consumi eccessivi o di prodotti trasformati di scarsa qualità – precisa ancora Allasia – circostanze che non trovano riscontro nella nostra provincia, dove gli allevamenti lavorano al meglio per fornire ai consumatori prodotti eccellenti”.