Riportiamo di seguito l’articolo di Erica Asselle intitolato “Ci sono lupi in tutte le valli cuneesi” pubblicato sull’edizione cuneese de La Stampa il 16 ottobre 2015 a pag.41.
E’ rimbalzata subito oltre confine la notizia che la Francia ha autorizzato la soppressione di 36 lupi. Una decisione che potrebbe interessare anche zone al confine con il Cuneese e che riaccende il dibattito sulla presenza del lupo nelle vallate.
«Una specie protetta a livello nazionale e dalle normative europee – tuona l’Ente Italiano Tutela del Lupo fondato dal fossanese Antonio Colonna -. Qualsiasi abbattimento è una violazione. Abbiamo forti dubbi sull’attendibilità dei censimenti e anche sugli episodi di aggressioni segnalate dai pastori: non si tiene conto della presenza massiccia di cani rinselvatichiti e randagi. Chiediamo siano impiegate più misure di sicurezza in difesa degli alpeggi: ci sono diversi strumenti, testati, che non vengono usati».
Rivedere la legge
Il problema della convivenza con il lupo, però, deve essere affrontato con urgenza come ribadiscono i rappresentanti degli agricoltori. «Sono segnalati branchi in tutte le valli cuneesi – spiega il direttore Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio -. La Francia ha fatto dei piani e delle valutazioni e ha normative più agili. In Piemonte sarebbe necessario rivedere la legge sulla caccia perché colpisca la catena alimentare in modo più efficace. Serve anche un censimento preciso dei lupi presenti e di quanti il territorio può “sopportarne”».
Tema trascurato a lungo
Aggiunge Enzo Pagliano, direttore Coldiretti Cuneo: «Bisogna procedere, con urgenza, con piani di contenimento per evitare che una situazione trascurata porti il problema a livello di quello, ad esempio, degli ungulati».
«I malgari sono preoccupati e hanno paura – aggiungano Massimo Tribolo (presidente) e Giovanni Fina (segretario) dell’associazione regionale di riferimento Arema -. Bisogna agire perché chi fa l’allevatore, in montagna o in pianura, possa lavorare con serenità. Continui ed evidenti danni dimostrano che il problema c’è. Serve una soluzione equilibrata».
La Francia, già in passato, ha attuato abbattimenti selettivi . «Non so quanto siano effettivamente utili – commenta il comandante provinciale del Corpo Forestale dello Stato, Paolo Salsotto -. Il nostro impegno è grande per contrastare gli episodi di bracconaggio e soprattutto i bocconi avvelenati, un vero pericolo per la salute pubblica. Se arriveranno nuove disposizioni di legge, le faremo rispettare. Intanto credo che un supporto anche economico agli allevatori di montagna potrebbe aiutarli a difendersi dai lupi e creare nuovi posti di lavoro, ad esempio come aiuto-pastore».
«Se il nostro intervento sarà richiesto per contrastare la presenza dei lupi – chiude Gabriele Sevega, presidente provinciale di “Libera Caccia” – siamo disponibili. Il lupo non rientra nell’attività venatoria né la sua presenza di predatore ha inciso sulle specie cacciabili».
Battaglia a chi istiga l’uccisione
«Siamo pronti a denunciare chiunque pronunci parole di istigazione all’uccisione dei lupi». L’Eital, Ente italiano di tutela degli animali e del lupo sposta la battaglia per la salvaguardia del lupo anche sul fronte giudiziario. «Stiamo valutando con il nostro ufficio legale – spiega Antonio Colonna – se ci sono gli estremi per iniziative legali contro i vertici nazionali e regionali delle associazioni di categoria Cia (agricoltori, ndr) e Adialpi (difesa degli alpeggi) che spingono per l’abbattimento selettivo del lupo». Il problema della presenza dei lupi vicino agli insediamenti e le attività umane non riguarda soltanto il Piemonte. Problematiche analoghe si riscontrano, in Toscana e in Veneto.
[e. a.]