Di quale agricoltura parlano i giornali?

10.10.2015

Articolo di Ercole Zuccaro, Direttore di Confagricoltura Torino, pubblicato sul numero di ottobre de L’Agricoltore Cuneese

“Joseph Goebbels, uno che di marketing s’intendeva (fu ministro della propaganda del Terzo Reich) sosteneva: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità”. Aveva ragione (solo su questo, beninteso). Da qualche tempo a questa parte, infatti, c’è chi continua a ripetere che c’è un ritorno dei giovani in agricoltura, che c’è fermento attorno al settore primario, che esiste un mare di opportunità per chi decide di investire nella green economy. I giornalisti orecchianti (sono un gruppo assai nutrito) prendono per buona la comunicazione e la trasformano in informazione: una volta stampata, meglio se su un quotidiano con una buona tiratura, la notizia è certificata e diventa verità assoluta. Così alcuni dati, tra l’altro parziali, sull’incremento delle assunzioni in agricoltura, fanno scrivere su La Stampa di domenica 27 settembre – nella pagina di agricoltura, rubrica “Sostiene Slow Food” – che “secondo un recente studio presentato da Coldiretti, gli under 35 occupati in questo settore quest’anno saranno il 12% in più”.
Non conosciamo questo studio, ma ci accontentiamo dei dati ufficiali (l’Istat sarà anche una noia, ma i suoi dati rappresentano un riferimento per il governo, le istituzioni europee e mondiali) e leggiamo invece che tra il 2010 e il 2013 hanno chiuso i battenti 150.000 imprese agricole e si sono persi 430.000 ettari di superficie agricola utilizzata. La riduzione del 9,2% del numero delle aziende agricole, rispetto ai dati del censimento 2010, ha provocato un incremento della dimensione di aziendale, che è passata da 7,9 a 8,4 ettari. Quest’ultimo dato rappresenta un elemento positivo, perché con l’aumento della dimensione aziendale crescono le capacità competitive delle imprese.
Tra le altre verità che vengono propagandate ricordiamo anche i successi di #campolibero, con i generosi sostegni riservati ai giovani. Avete presente le terre incolte che dovevano essere assegnate agli aspiranti imprenditori agricoli? A parte la notizia, di “terra ai contadini” (come sosteneva il rivoluzionario messicano Emiliano Zapata agli albori del ventesimo secolo) per ora non c’è manco l’ombra, ma i giornali hanno riservato fiumi d’inchiostro alla favola bella. Lo stesso discorso vale per la tanto declamata semplificazione, e l’elenco potrebbe continuare. Così, tra salvaguardia della biodiversità, giovani che cercano se stessi nel rapporto con la terra e sfiziosi prodotti di nicchia (solo bio, mi raccomando!) a chilometri zero la nostra agricoltura arranca, cresce l’indebitamento delle imprese e aumentano le sofferenze bancarie. Ma di questi argomenti è meglio non parlare, perché “crescono le imprese rosa e multifunzionali”. “L’ottimismo è il profumo della vita”, ci spiegava Tonino Guerra in un bellissimo spot che promuoveva i prodotti Unieuro. Parole sagge da ricordare, senza dimenticare però quanto sosteneva Benjamin Franklin: “Chi vive sperando, muore digiuno”.

Ercole Zuccaro, Direttore di Confagricoltura Torino

Ercole Zuccaro, Direttore di Confagricoltura Torino

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