“Si fa un gran parlare dei problemi dei margari e sicuramente vi sono aspetti che vanno migliorati nella gestione degli alpeggi, talvolta al centro di casi deprecabili di speculazione; tuttavia occorre dire che l’agricoltura in alta quota vive soprattutto situazioni di difficoltà quotidiane legate a norme eccessivamente restrittive pensate dalle stesse istituzioni (Regione e Comuni, in primis) che dovrebbero invece tutelare chi con estrema fatica e in mezzo a innumerevoli difficoltà opera in montagna. Mi riferisco, ad esempio, alla complessità dei piani pastorali, alle norme che interessano i piccoli caseifici in quota e agli effetti della riorganizzazione e ampliamento delle aree parco in Piemonte, avvenuta senza concertazione con il mondo agricolo, con il risultato di aver inserito condizioni e limiti pesanti per le attività agricole. Mi auguro che i prossimi bandi del PSR, siano più snelli e basati su un vero confronto con chi la montagna la vive e la cura con il proprio lavoro. Rivolgo un appello, infine, per il recupero di un reale spirito di collaborazione da parte dei funzionari e della macchina pubblica; serve infatti maggior volontà e interesse da parte delle istituzioni per risolvere queste situazioni riducendo la burocrazia, altrimenti per le nostre montagne e per le realtà economiche che ancora vi sono insediate sarà sempre peggio”. Il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, riflette così, in maniera critica e amara, sulle diverse problematiche che interessano chi lavora nelle Terre Alte.