Articolo di Fabio Rubero – L’Agricoltore Cuneese 06/2024
Una stagione caratterizzata da temperature sostanzialmente miti e da piogge ampie e diffuse è quella che ha “preparato” la vendemmia 2024 dei vini bianchi del nostro territorio che, nel momento in cui andiamo in stampa (fine settembre), volge ormai alla sua conclusione. È dunque il momento di tracciare un primissimo e sommario bilancio.
“Dal punto di vista agricolo – spiega Marco Capra, responsabile vini bianchi di Confagricoltura Cuneo – è stata un’annata che ha consentito di “recuperare la pioggia” che si era persa nelle annate precedenti, come ben sappiamo caratterizzate da una fortissima siccità. Si tratta di un fattore particolarmente positivo che ha consentito e consentirà alle piante di recuperare la vigoria persa nell’ultimo periodo. Ma, naturalmente, tante piogge significano anche maggiori difficoltà e maggiore impegno in vigna a causa dei maggiori trattamenti che devono essere effettuati. Insomma, un’annata faticosa e difficile da gestire ma che ha portato a raggiungere importanti obiettivi dal punto di vista della qualità.”
Il bilancio della vendemmia
Per quanto concerne il prodotto, pur essendo prematura un’analisi esaustiva, è tuttavia possibile tracciare un bilancio di massima, già piuttosto indicativo, sulla tipologia di vini che nasceranno nei prossimi mesi. “Nasceranno vini “alla moda”, con gradazioni più basse, che vanno dunque incontro alle richieste di un mercato che tende a prediligere gradazioni leggermente più basse rispetto a quelle a cui siamo stati abituati nelle ultime annate – aggiunge Capra -. Dunque, siamo particolarmente soddisfatti dell’obiettivo raggiunto: vale a dire vini moderni che sapranno riservare soddisfazioni a chi ha deciso di puntare sulla qualità piuttosto che sulla quantità.”
Con Alessandro Bottallo, responsabile zona Alba di Confagricoltura Cuneo, analizziamo invece nel dettaglio la resa dei singoli vitigni e la tipologia di prodotto che hanno generato quest’anno.
“Per quanto concerne l’Alta Langa – spiega Bottallo – la raccolta è terminata tra la fine del mese di agosto e i primi giorni di settembre con una quantità leggermente più alta (+5-10% circa) rispetto al 2023 e con un quadro di maturazione che sarà una buona base di futuri vini spumanti, soprattutto per quanto riguarda lo Chardonnay. Leggermente inferiore, ma sempre soddisfacente, il risultato del pinot nero.”
“Una produzione decisamente superiore con un circa 10-15% in più rispetto al 2023 è quella che riguarda l’uva moscato che diventerà Asti Spumante e Moscato d’Asti – aggiunge Bottallo -. Con una gradazione leggermente inferiore rispetto agli anni precedenti, torniamo dunque a un’annata più classica con un buon quadro acido e una buona dotazione di componente aromatica, migliore rispetto agli ultimi anni quando una maggiore concentrazione di zuccheri andava a discapito degli aromi.”
Gli altri vitigni
A metà settembre è invece iniziata la raccolta di uve Arneis, Favorita, Nascetta, Sauvignon e Chardonnay per vini fermi. “Anche in questo caso – spiega Bottallo – possiamo parlare di buone quantità e di gradazioni inferiori rispetto alle annate precedenti. Buono il quadro acido e sicuramente otterremo vini più profumati e più freschi rispetto alle ultime annate.”
“In un’annata davvero molto complicata dal punto di vista sanitario per le uve, voglio rivolgere il mio plauso agli agricoltori, evidenziando come il loro lavoro svolto in maniera egregia dal punto di vista agronomico abbia consentito di mitigare i problemi causati dagli agenti atmosferici, riuscendo a giungere alla conclusione del percorso con uve sane e di qualità.”