Raccolta di piante in piedi: Confagricoltura chiede alla Regione di rivedere la procedura per l’assegnazione di carburante agevolato

20.09.2024

mais

La vendita di frutta su pianta e, più in generale, di prodotti agricoli in piedi, si realizza tramite un contratto in cui un imprenditore agricolo cede tutti i prodotti di una determinata piantagione ancora attaccati alla pianta o al suolo (nel caso di foraggi o altre piante) al momento dell’accordo.

Questo tipo di contratto, di antiche origini, si è sviluppato con diverse varianti nei diversi usi locali. Oltre all’impresa agricola cedente, gli acquirenti possono essere privati che acquistano per uso familiare, altre imprese agricole che necessitano di integrare la produzione per alimentare il loro bestiame, oppure imprese commerciali che, direttamente o tramite prestatori di servizi, raccolgono il prodotto coltivato da terzi.

L’impresa agricola si occupa di tutte le operazioni agronomiche fino al raccolto, eccetto la fase finale della raccolta stessa.

Dal punto di vista contrattuale, la forma più comune prevede che il cessionario assuma il rischio di un possibile mancato o ridotto raccolto. In alcuni casi, la cessione si basa sulla quantità e qualità di prodotto effettivamente raccolto dall’acquirente.

Confagricoltura, alla luce delle segnalazioni ricevute dai propri associati, hanno chiesto alla Regione Piemonte di rivedere la procedura per l’assegnazione di carburante agevolato alla raccolta di piante in piedi.

L’attuale procedura, determinata lo scorso dicembre e quindi valida a partire dai consumi 2024, prevede che la ditta Conto Terzi che presta l’operazione di raccolta fatturi all’agricoltore che detiene le superfici nel fascicolo aziendale, e non più all’azienda zootecnica/biogas che effettua l’acquisto di piante in piedi.

Tale modalità però è contestata in quanto tutti i soggetti coinvolti si troverebbero di fronte ad una serie di problematiche di ordine economico/fiscale, tra cui:

  • aumento del numero di fatture emesse da parte delle imprese agromeccaniche, con conseguente incremento dei costi della tenuta delle scritture contabili;
  • maggiori aleatorietà per gli incassi delle spettanze delle imprese agromeccaniche, che si trovano a dover interagire con più soggetti e non uno soltanto ben conosciuto e con un rapporto consolidato;
  • differenziazione dei costi di raccolta in funzione della superficie delle singole aziende conduttrici, che porta inevitabilmente ad un ricarico del prezzo finale del prodotto al biogas / impresa zootecnica;
  • rischio per il biogas / impresa zootecnica di perdere parte dei contatti qualora – per inadempienza contrattuale – i contoterzisti non prestassero più servizio presso alcune aziende fornitrici del biogas.

Dal momento che per Regione la questione dirimente è che l’assegnazione debba essere direttamente riconducibile all’azienda agricola che ha in conduzione la coltura, e pertanto ne svolge le diverse fasi colturali, Confagricoltura ha proposto l’introduzione di un codice di conduzionepiante in piedi”, che funzioni in maniera analoga al già esistente codice 5 (asservimento), e che permetta all’impresa committente di avere nel proprio fascicolo aziendale le superfici oggetto di contratto. In tale modo, non si verificherebbe un supero di conduzione, ma verrebbe garantita la destinazione agricola del carburante in quanto l’impresa committente garantirebbe la conduzione per una fase del ciclo colturale (la raccolta).

 

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