Danni da fauna selvatica, Confagricoltura chiede alla Regione di rivedere le norme

05.09.2015

cinghiali

I finanziamenti che la Regione eroga alle aziende agricole a copertura dei danni arrecati dalla fauna selvatica alle coltivazioni sono, a tutti gli effetti, un risarcimento del danno e non un contributo. È questa l’opinione di Confagricoltura Piemonte, che contesta la deliberazione della Giunta regionale del 31 luglio scorso, con cui sono stati definiti nuovi criteri per l’erogazione dei fondi a titolo di risarcimento dei danni da fauna selvatica alle colture agrarie, collocando la concessione dei finanziamenti nell’ambito del regime cosiddetto “de minimis”, che fissa un plafond massimo di 15 mila euro nell’arco di un triennio per tutti gli aiuti concessi, dallo Stato, ad ogni singola azienda.

Il problema delle coltivazioni distrutte dai selvatici, che proliferano sempre più numerosi, già grave di per sé, con le nuove disposizioni regionali che regolano la liquidazione dei danni rischia di aggravarsi ulteriormente. “Il risarcimento dei danni – sostiene Gian Paolo Coscia, presidente di Confagricoltura Piemonte – avviene sempre in modo parziale e costantemente in ritardo. Ora, con l’ultima deliberazione della Giunta regionale, che sarebbe stata adottata in ossequio a normative comunitarie poco chiare e tra l’altro in aperto contrasto con il nostro ordinamento giuridico, si cambiano le regole del gioco: in questo modo gli agricoltori che vedono i selvatici far scempio del loro lavoro, per importi che annualmente in Piemonte sfiorano i 3 milioni di euro, ai danni rischiano di aggiungere anche le beffe. È una situazione che non possiamo accettare – conclude Gian Paolo Coscia – e per questo chiediamo alla Giunta regionale di revocare la deliberazione adottata, che è profondamente ingiusta e lesiva dei diritti degli agricoltori. Diversamente, saremo costretti a impugnare il provvedimento dinnanzi al Tar”.

“Spiace constatare come la Regione Piemonte sia la prima in Italia ad applicare queste indicazioni europee, mettendo in crisi l’intero comparto – spiega il direttore di Confagricoltura Cuneo Roberto Abellonio –. Nella maggior parte delle nazioni europee, inoltre, la selvaggina è considerata proprietà del titolare del fondo, in Italia invece è della comunità (res communes omnium), quindi dello Stato, che è tenuto dunque a risarcire per eventuali danni provocati. Ma tali somme sono appunto rimborsi e non aiuti, per cui non si comprende perché debbano rientrare nel regime del ‘de minimis’”.

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