Confagricoltura Piemonte: la Regione verifichi le condizioni per il riconoscimento e il ristoro dei danni alle aziende agricole

05.06.2024

terreno agricolo danni alluvione

Confagricoltura Piemonte ha inviato nei giorni precedenti una lettera rivolta all’attenzione della Regione, in cui si segnalano gli ingenti danni provocati in agricoltura dalle piogge che imperversano da mesi.

Gli eventi atmosferici estremi a cui si è assistito nel periodo primaverile sono stati caratterizzati da un eccesso di precipitazioni anche a carattere temporalesco, creando forti ripercussioni sull’attività agricola di tutto il territorio regionale, dalle coltivazioni vegetali agli allevamenti e all’apicoltura.

A questo scenario, occorre aggiungere la violenta grandinata del 22 maggio scorso, che nel torinese ha colpito la zona di Poirino, Santena, Villastellone e Moncalieri, distruggendo le coltivazioni orticole (in particolare gli asparagi in piena produzione), frutticole, cerealicole e foraggere. La grandine ha anche arrecato seri danni alle strutture, quali serre e tunnel.

Tutti questi aspetti stanno generando preoccupazioni agli agricoltori e agli allevatori per il timore di non riuscire a portare a termine le operazioni colturali, se non con una perdita di produzione stimata di circa il 50%. Stante questa situazione, Confagricoltura Piemonte, ha sollecitato la Regione affinché verifichi al più presto se sussistano le condizioni per attivare le procedure propedeutiche al riconoscimento e al ristoro dei danni subiti dalle aziende agricole.

In particolare, tra le maggiori criticità sono da evidenziarsi:

• mais e soia: si riscontrano notevoli ritardi nelle semine e anche gli appezzamenti già seminati presentano fallanze per asfissia del seme o problemi legati alla presenza di funghi che hanno colpito l’apparato radicale. Non sono inoltre da trascurare i danni da incursioni di selvatici (corvidi e cinghiali). Quindi per numerosi appezzamenti sarà necessario riseminare con un sensibile incremento delle spese per sementi (circa 300-350 euro/ettaro), diserbo, concimazione e carburante. Resta il problema dell’accessibilità dei campi per poter effettuare le lavorazioni, in quanto ad oggi sia la saturazione idrica dei terreni, sia le previsioni meteo non permettono le operazioni. Negli ultimi giorni, inoltre, si stanno notando, nell’area pinerolese della provincia di Torino, attacchi di ferretti alle piante di mais. In alcune zone del territorio regionale si stimano danni fino al 60-70%.

•riso: la risicoltura lamenta notevoli ritardi nelle semine. A causa degli eccessi di pioggia le aziende si sono orientate alla semina in acqua pur di riuscire ad entrarenei terreni letteralmente alluvionati. In alcuni casi si rinuncia alla semina perché le camere di risaia non sono praticabili neppure con le trattrici a ruotine per assenza di portanza del terreno. Anche nei casi di semina in acqua si stanno riscontrando diverse difficoltà determinate dai venti che hanno spostato il seme (necessaria risemina) e dalle poche giornate di sole che hanno subito favorito il proliferare delle alghe in superficie.
Per le aziende che invece erano riuscite a seminare presto, si sono verificati casi di sofferenza delle plantule per via delle basse temperature. Si è spesso dovuto ricorrere alla risemina.
In entrambe le casistiche (semina in acqua o asciutta) risulta difficile effettuare i trattamenti per il controllo delle infestanti a causa delle temperature troppo basse, che influenzano negativamente l’effetto dei principi attivi e a causa delle continue piogge che, di fatto, non permettono la gestione dei lavori.

•prati stabili: le continue piogge hanno sostanzialmente arrestato la fienagione. Le operazioni colturali per il primo taglio non sono ancora iniziate e le essenze prative, graminacee e leguminose, sono in sofferenza, manifestando i primi marciumi a livello radicale. In altre parole, si prevede una perdita del 50-60% dovuta al fatto che un raccolto andrà perso. Infatti, il maggengo sta iniziando a seccare per il mancato sfalcio e si nota già la crescita del secondo taglio. Il ritardo della raccolta del fieno comporterà il peggioramento della qualità del prodotto finale che può determinare la parziale perdita del suo valore nutritivo per il bestiame.

erbai da trinciato (loietto e graminacee): anche in questo caso si riscontrano pesanti ritardi nelle operazioni di sfalcio, con il concreto rischio di compromettere il buon esito della raccolta.
Inoltre, in molti areali, subito dopo la trinciatura degli erbai primaverili, i terreni sono generalmente riseminati a mais, sorgo o soia come colture di secondo raccolto; per il meteo avverso, questa operazione è fortemente in ritardo ed è elevata la probabilità di non riuscire a seminare le colture secondarie.

•cereali autunno vernini (frumento tenero, orzo e triticale): le colture sono in sofferenza e, in molti casi presentano problemi sanitari dovuti alla presenza di funghi. In taluni areali incombe il rischio di declassamento per i grani di forza, che non arriveranno a rispettare i parametri richiesti. Nei campi non trattati si può riscontrare la presenza di piante che stanno ingiallendo o seccando.
Inoltre, le continue piogge e le temperature al di sotto della media, stanno condizionando la maturazione e il riempimento della cariosside, fase fondamentale per ottenere una produzione ottimale per qualità e quantità.
Secondo le stime dei nostri tecnici i danni per minore resa si aggireranno intorno al 30-40%;

•frutticoltura: il settore frutticolo sta risentendo di questa situazione climatica. Si riscontrano importanti infezioni di ticchiolatura sulle pomacee e il fuoco batterico sta causando danni ingenti a kiwi, pero e melo. In ogni caso si registra un po’ ovunque un’impennata dei costi di produzione per il ricorso massiccio a trattamenti fitosanitari, tant’è che per alcune specie si sono già superati i mille euro per giornata piemontese di frutteto;

•vite: a parte il problema del contenimento delle infestanti in alcune zone (per esempio pinerolese), si registrano criticità per la presenza di attacchi fungini, in particolare di peronospora.
In molti areali, come nell’astigiano, si riscontrano difficoltà nella gestione dei trattamenti fitosanitari nei casi dei vigneti più ripidi, in quanto risulta pericoloso entrare con i macchinari e quindi non è sempre possibile intervenire quando necessario. Si registra anche una scarsa disponibilità di prodotti fitosanitari per il vigneto e questo aspetto, unito al clima molto favorevole alla peronospora e all’impossibilità di rispettare le tempistiche nei trattamenti, sta causando una vera e propria emergenza che si aggraverà nei prossimi giorni con l’arrivo delle alte temperature.
Pur essendo la stima su vite ancora prematura, si può ipotizzare una riduzione della produzione dal 20 al 40%.

•nocciolo: in molte zone le piogge persistenti formano ristagni idrici e quindi asfissia radicale dei noccioleti.

•allevamenti: molti allevatori sono in difficoltà poiché devono ancora seminare il mais per l’alimentazione zootecnica, oppure dovranno fare i conti con un raccolto in pessime condizioni. Stessa cosa dicasi per le foraggere e gli erbai. Stando così la situazione sarà inevitabile ricorrere all’acquisto di queste materie prime, con un elevato incremento dei costi di produzione visto l’andamento dei prezzi di mercato dei cereali e non solo a fronte di quotazioni dei prodotti zootecnici spesso poco remunerativi.

•apicoltura: anche questo settore sta risentendo dell’annata anomala, con perdite stimate dal 75-80%. La maggior parte della fioritura dell’acacia è andata persa, con rese veramente basse (circa 5 Kg per alveare). Stesso discorso per il miele di ciliegio e di tarassaco. È anche necessario nutrire le famiglie di api con costi aggiuntivi per gli apicoltori che già da qualche anno stanno subendo forti contrazioni delle produzioni per le avversità atmosferiche.

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