“Le misure previste dalla nuova ordinanza del Commissario straordinario per il contrasto della Peste Suina Africana, frutto anche dell’azione portata avanti in questi mesi dalla nostra organizzazione, vanno nella giusta direzione, ma occorre renderle immediatamente operative sui territori per scongiurare il rischio che l’epidemia si estenda, mettendo in serio pericolo la sopravvivenza dell’intera economia suinicola del Piemonte. La provincia di Cuneo è stata la prima ad istituire una cabina di regia sulla problematica e, ad oggi, il lavoro svolto insieme agli allevatori sta portando i risultati attesi ma non dobbiamo abbassare la guardia se vogliamo tutelare il comparto suinicolo dal grave rischio alle porte”. Con queste parole il presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, Enrico Allasia, commenta le novità introdotte dall’ordinanza 2/2024 del Commissario straordinario alla Peste Suina Africana, Vincenzo Caputo, che detta misure applicative del “Piano Straordinario di catture, abbattimento e smaltimento dei cinghiali” e aggiorna le azioni strategiche dei piani di eradicazione (2023-2028) nelle zone di restrizione.
In particolare, si stabilisce che le aree comprese nel raggio di 15 km dai distretti suinicoli di maggiore rilevanza sono da considerarsi aree non vocate alla presenza del cinghiale in cui rimuovere tutti i cinghiali presenti. Ogni Regione deve quindi individuare sul proprio territorio i distretti suinicoli di maggiore rilevanza, sulla base della densità di allevamenti e di popolazione suinicola, ma anche sulla base di una valutazione economica e sociale o per ragioni di pregio genetico delle razze autoctone in relazione a contesti di valorizzazione del territorio. L’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta ha definito per un primo distretto di maggior rilevanza composto da 21 comuni dislocati tra Cuneese, Fossanese, Saluzzese e Saviglianese, con un’alta densità di capi per km2. Oltre a questo, in Piemonte, ne sono stati definiti altri due, rispettivamente a Novara e a Chieri che coinvolgono complessivamente 26 comuni.
Tre le altre misure per il controllo dei cinghiali sul territorio, la nuova ordinanza prevede la creazione di un elenco di “bioregolatori” che mira ad acquisire la disponibilità dei soggetti abilitati all’attività venatoria da cui l’autorità competente locale potrà attingere per le azioni di contenimento del selvatico. Inoltre, chiunque venga sorpreso a foraggiare cinghiali o compiere atti di danneggiamento, manomissione o intralcio durante le operazioni della loro cattura per il depopolamento, risponde dei danni e rischia l’applicazione delle sanzioni penali previste dagli articoli 340 e 500 del Codice penale. L’ordinanza, infine, vieta di “deprezzare commercialmente” i suini provenienti da allevamenti ricadenti in comuni che sono stati ricompresi nelle zone di restrizione. Il divieto si applica a condizione che l’allevamento sia in regola con le misure di biosicurezza. Si attende inoltre l’invio del personale dell’Esercito annunciato dal Governo con il decreto Agricoltura che prevede lo schieramento di 177 soldati in tutta Italia chiamati per dodici mesi ad attuare le misure adottate dal Commissario straordinario proprio per contenere il diffondersi della peste suina.
Altre iniziative per scongiurare l’arrivo della Psa nella Granda
Nel frattempo, la Provincia di Cuneo ha comunicato che metterà a disposizione gratuitamente 60 gabbie di cattura dei cinghiali a proprietari o conduttori di fondi; sarà data priorità alle richieste provenienti dai Comuni del distretto suinicolo di Cuneo e nei Comuni ad alto rischio Psa. Infine, nei giorni scorsi presso la sede provinciale di Confagricoltura è stata sottoscritta l’adesione del “Gruppo Selecontrollori Cuneese – GSC” all’associazione Protezione Civile per la salvaguardia e gestione della fauna selvatica, dando così la possibilità ai componenti del gruppo di intervenire nel controllo dei selvatici e, in particolare, nelle azioni di depopolamento del cinghiale, in affiancamento agli enti pubblici e ai soggetti incaricati della gestione della fauna.
“L’adozione di misure d’urgenza testimonia come, nonostante gli sforzi fatti per contenere la Psa, il suo incedere non sia ancora sotto controllo e desti seria preoccupazione. Lo diciamo da quasi due anni e mezzo: non c’è tempo da perdere”, conclude Allasia.