Settore primario a rischio, Enrico Allasia: “Nessun cambio di rotta delle Istituzioni europee. Nonostante tutto, rimangono indifferenti alle proteste degli agricoltori”

29.02.2024

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La normativa europea sul ripristino della natura è stata approvata lo scorso 27 febbraio con 329 voti favorevoli, 275 contrari e 24 astensioni. Il regolamento mira a garantire il ripristino degli ecosistemi degradati in tutti i Paesi dell’UE, contribuire al raggiungimento degli obiettivi europei in materia di clima e biodiversità e migliorare la sicurezza alimentare. Il rischio è che si riduca la superficie coltivata al punto da compromettere la produzione alimentare e renderla inadeguata ai consumi dell’UE.

La ‘Nature Restauration Law’ (Legge sul ripristino della natura) approvata ieri prevede che i Paesi dell’Unione ripristinino almeno il 30% degli habitat naturali (foreste, praterie e zone umide, fiumi, laghi e coralli) in cattive condizioni entro il 2030, il 60% entro il 2040 e il 90% entro il 2050. Il nuovo testo, elaborato da diverse istituzioni europee negli scorsi mesi, segue un’impostazione più ideologica che scientifica e anche se fortemente modificata rispetto alla prima versione, è decisamente peggiorativa rispetto alla posizione che era stata votata dal Parlamento europeo per tutelare la superficie agricola e l’attività produttiva.

Confagricoltura Cuneo apprende con preoccupazione le notizie che arrivano da Strasburgo e il presidente Enrico Allasia denuncia:

“E’ stata persa l’occasione per segnare un punto di svolta nell’applicazione del Green Deal all’agricoltura. Con la nuova normativa verrà messo a rischio il potenziale produttivo del settore primario piemontese e italiano. È necessario che le Istituzioni rivedano e in fretta queste politiche scarsamente realistiche: è in gioco la sopravvivenza delle nostre imprese e in caso contrario, le conseguenze, in termici sociali ed economici, saranno devastanti per la nostra Regione”.

Questo Regolamento aumenta i vincoli e gli impegni che gli agricoltori dovranno sottoscrivere, già alle prese con le norme ambientali della Pac 2023-2027 difficili da applicare, per giustificare agli occhi dei contribuenti il sostegno finanziario destinato dalla UE all’agricoltura.

“La sostenibilità ambientale non può essere perseguita contro gli agricoltori che sono i primi guardiani dell’ambiente e soprattutto imprenditori” sottolinea con forza Lella Bassignana, direttore di Confagricoltura Piemonte: “Ci siamo sempre fatti parte attiva nel sostentamento dei bisogni primari delle famiglie e nella salvaguardia dei territori ma sono state adottate strategie basate su una retorica green prive di ogni fondamento scientifico, che non condividiamo. Serve un deciso cambio di rotta rispetto alla linea finora tenuta dalla Commissione. L’abbiamo sempre contestato e continueremo a farlo”.

Non sono stati previsti fondi aggiuntivi per il raggiungimento degli obiettivi fissati. È chiaro che le risorse finanziarie necessarie non potranno essere in alcun modo attinte dal bilancio della PAC, pertanto,  fa affidamento sugli esiti del dibattito sul futuro dell’agricoltura che si terrà al prossimo Consiglio europeo, come annunciato anche dalla presidente Giorgia Meloni nel videomessaggio all’assemblea di Bruxelles.

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