“Siamo in una fase molto delicata per il settore, vuoi per i cambiamenti climatici in atto, vuoi per gli aumenti energetici e dei costi di produzione, e la Politica Agricola Comune resta importantissima per le aziende, anche se rispetto al 1962, quando è nata, l’agricoltura si è evoluta moltissimo. La PAC deve continuare ad essere per gli agricoltori professionali, ma oggi abbiamo una platea molto ampia di percettori che forse migliora la biodiversità, ma allo stesso tempo comporta la suddivisione delle risorse disponibili tra più aziende. Le politiche ‘Farm to fork’ e ‘Green Deal’, inoltre, ci chiedono di essere più sostenibili, ma lo dobbiamo essere anzitutto dal punto di vista economico. Servono quindi misure che agevolino l’autosufficienza alimentare, favoriscano l’auto-approvvigionamento energetico anche per diversificare il reddito agricolo e siano tarate sulle esigenze reali delle nostre aziende agricole. Solo così potremo continuare a investire in innovazione, ossia l’arma principale per essere competitivi sui mercati internazionali e sfamare una popolazione mondiale che cresce sempre di più”.
Con queste parole il presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, Enrico Allasia, ha aperto giovedì 16 marzo, al MAG – 40a Fiera Nazionale della Meccanizzazione Agricola di Savigliano, presso il Padiglione Agrimedia, il convegno dal titolo: “PAC del futuro o futuro senza PAC? Una Politica Agricola Comune a misura delle imprese cuneesi?” davanti a una platea attenta di agricoltori e addetti del settore, oltre a rappresentanti delle istituzioni e al presidente della Fondazione Ente Manifestazioni di Savigliano, Andrea Coletti.
Dopo di lui a prendere la parola è stato l’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa che ha sottolineato come gli aiuti diretti servano agli agricoltori, oltre che per il sostegno del reddito, anche per la conservazione del territorio ed ha rivelato la richiesta di una riunione di Giunta straordinaria per dare il via al nuovo programma agroambientale, in linea con l’attenzione all’ambiente che vuole l’Europa.
A Vincenzo Lenucci, direttore Politiche di Sviluppo Economico delle Filiere Agroalimentari di Confagricoltura, è toccato entrare nel merito di quanto prevede la nuova Politica Agricola Comune, affrontando tutte le principali novità e criticità. In particolare, ha messo in luce come Il 25% delle risorse dei pagamenti diretti sarà destinato a misure orientate alla sostenibilità (i cosiddetti cinque “ecoschemi” volontari). Rimangono i titoli, ma cambia molto il loro valore che scende di circa la metà dal 2023 rispetto al «totale 2022 titolo + greening».
Lenucci ha affrontato anche il tema della condizionalità, sottolineando le due nuove norme più controverse: ossia l’obbligo di rotazione annuale dei seminativi e quello di una percentuale minima di almeno il 4% dei seminativi, destinata ad aree non produttive.
Cambia anche lo Sviluppo Rurale perché, pur mantenendo un’autonomia regionale, viene inserito in una programmazione strategica unica e circa il 28% della dotazione sarà riservato ad azioni climatico ambientali (biologico, benessere animale e integrato) più che agli investimenti agricoli (26%). Nel complesso, il giudizio sulla nuova Politica europea da parte di Confagricoltura resta negativo in quanto non ritenuta coerente con il difficile contesto attuale, con meno risorse e più vincoli e di sempre più complessa applicazione e con novità che possono limitare il potenziale produttivo e la gestione delle imprese più orientate al mercato.
A seguire, Gianfranco Latino, responsabile Settore produzioni agrarie e zootecniche della Regione Piemonte, ha presentato gli interventi dello Sviluppo Rurale quali parte integrante del Piano Strategico Nazionale approfondendo le misure per gli investimenti presenti nel Complemento di Sviluppo Rurale (CSR) specifiche per la zootecnia, con un accenno alle diverse azioni ACA, ovvero agro-climatico-ambientali, incluse nel prossimo CSR regionale.
Marco Bruna, responsabile CAA di Confagricoltura Cuneo, ha presentato poi alcune proiezioni molto interessanti per fare vedere nella pratica come, in base alle nuove regole PAC illustrate, cambieranno nel 2023 i premi versati alle aziende rispetto al 2022. In particolare, ha portato i casi delle diverse tipologie aziendali tipiche della provincia di Cuneo: zootecniche, cerealicole, frutticole e vitivinicole.
In questa situazione di cambiamento e di incertezza, con il quadro delle regole ancora incompleto, Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo, nelle sue conclusioni ha invitato le aziende a ragionare la PAC in un’ottica di un cambio strategico della conduzione aziendale, da valutare insieme e molto attentamente.