“A seguito dell’emanazione del decreto flussi abbiamo subito avviato un confronto con le istituzioni locali per analizzare e condividere le complesse modalità operative con l’auspicio di tutti di poter affrontare le campagne del 2023 in modo meno difficoltoso ed evitare che si verifichino pesanti disagi per le aziende agricole, come avvenuto lo scorso anno”.
Con queste parole Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo, sottolinea l’impegno dell’organizzazione agricola per semplificare al massimo le procedure previste dal decreto flussi, che programma per il 2023 l’ingresso in Italia di 82.705 lavoratori extracomunitari stagionali e non stagionali, contro i 69.700 del 2022.
Il DPCM in questione è da sempre molto atteso e particolarmente importante per il settore agricolo in provincia di Cuneo, dove alto è il fabbisogno di occupati agricoli extracomunitari. In tutto il Piemonte, per esempio, tale richiesta è di circa 17.000 lavoratori a tempo determinato all’anno.
Al lavoro stagionale il Decreto destina 44.000 quote a livello nazionale, la metà delle quali riservate alle associazioni datoriali agricole. Si tratta di un numero in crescita rispetto all’anno precedente (14.000) che conferma la fiducia nel ruolo che le associazioni agricole comparativamente più rappresentative possono svolgere in questa delicata materia.
Secondo Confagricoltura è necessario uno sforzo da parte delle amministrazioni competenti affinché l’iter burocratico per l’ingresso dei cittadini extracomunitari sia il più celere possibile e consenta alle imprese agricole di poter contare su questi lavoratori già nelle prime campagne di raccolta primaverili.
Nel 2022, purtroppo, alle domande presentate dal 1° febbraio 2022 (click day) il riscontro è arrivato in modo tardivo e, come se non bastasse, un blocco delle procedure informatiche per aggiornamenti tecnici ha ulteriormente rallentato l’iter proprio nel periodo in cui gli uffici avrebbero dovuto assegnare le quote e autorizzare gli ingressi.
Questi intoppi hanno influito anche sul rilascio dei visti da parte delle strutture deputate a concederli a coloro che erano stati già autorizzati ad entrare, creando ulteriori disagi e incertezze sull’effettivo ingresso in Italia e sull’avvio dei rapporti di lavoro.
Infine, a pochi giorni dall’inizio delle raccolte estive, le quote sono state riassegnate e, alla provincia di Cuneo, sono stati tagliati 500 permessi, nonostante l’altissimo numero di richieste.