Di Fabio Rubero – Estratto dal numero 09/2022 de l’Agricoltore Cuneese
“La Commissione Europea ha approvato il Piano strategico italiano per la Pac, con 37 miliardi per i prossimi 5 anni a sostegno della competitività e della sostenibilità del settore produttivo agricolo e agroalimentare. È un’ottima notizia, per un provvedimento molto atteso da tutto il comparto. Ringrazio quanti hanno lavorato per garantire questo esito e ribadisco l’importanza del coordinamento strategico con le Regioni”.
Con queste parole il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha accolto lo scorso 2 dicembre il “sì” di Bruxelles alla proposta del nostro Paese sulla Politica Agricola Comune 2023-2027.
Un entusiasmo a cui, tuttavia, fa da contraltare una sorta di rammarico del presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: “Purtroppo non è stata recepita all’interno del documento, una delle più importanti richieste che avevamo avanzato: premiare in primis le aziende che investono, creano occupazione e sanno essere competitive sul mercato. Adesso è importante inoltre che la versione definitiva del Piano rispetti quanto concordato al tavolo di partenariato”.
Una versione definitiva che non è ancora stata ufficializzata perché proprio nelle ore in cui stiamo scrivendo si stanno predisponendo i vari decreti attuativi che consentiranno la piena operatività dalla nuova PAC a partire dal prossimo 1° gennaio.
Tuttavia è possibile analizzare il risultato dei mesi di lavoro e di confronto tra le istituzioni italiane e quelle europee conclusisi con la fumata bianca di inizio dicembre.
Si tratta di un pacchetto di misure a sostegno dell’agricoltura che, con i suoi 36,9miliardi (tra pagamenti diretti, interventi settoriali e sviluppo rurale), rappresenta la prima voce di spesa del bilancio comunitario.
Una cifra importante, ma comunque più bassa rispetto alla precedente e che vede nella sua distribuzione anche una drastica diminuzione dei contributi di base.
L’obiettivo è destinare maggiori risorse alle aziende che avranno comportamenti virtuosi, ad esempio, in ambito di sostenibilità ambientale, benessere animale e sicurezza sul lavoro.
Tra le principali novità ricordiamo la deroga all’alternanza delle colture per il 2023, una nuova programmazione dei Titoli PAC e l’introduzione per la prima volta
di un sostegno redistributivo al reddito.
Rimangono invece sostanzialmente invariate le regole per l’accesso alla riserva con priorità a giovani e nuovi agricoltori, e alle aziende in zone montane e zone svantaggiate.
Confermata anche la condizionalità che viene rafforzata sia con regole ancor più stringenti per l’accesso al contributo base, sia attraverso l’introduzione della “condizionalità sociale” per il rispetto delle norme di sicurezza e salute sul lavoro. Confermate, inoltre, anche le risorse per premiare i giovani fino a 40 anni.
Ma soprattutto, la novità principale è rappresentata dall’introduzione dei cosiddetti ecoschemi: regimi volontari per il clima e per l’ambiente che sostituiscono parzialmente quello che era il premio Greening. Vediamoli nel dettaglio.
ECO-1 ALLEVAMENTI ZOOTECNICI
Riduzione farmaco veterinario e pascolo allevamento brado
LIVELLO 1 – Riduzione dell’antimicrobico resistenza
Pagamenti per gli allevamenti (bovini tutti, ovini tutti, caprini tutti, bufalini, suini tutti) che adottano politiche di contenimento dell’utilizzo dei farmaci.
LIVELLO 2 – Adesione al sistema SQNBA* e svolgimento dell’intero ciclo o di una parte di esso al pascolo
Pagamento per le aziende che aderiscono al sistema di certificazione volontaria SQNBA* impegnandosi al pascolamento dei capi, con il rispetto degli impegni previsti dal relativo disciplinare. Al fine di evitare speculazioni, il pagamento è concesso unicamente al capo e non alla superficie.
Specie a premio e periodo minimo di pascolo Bovini da latte e duplice attitudine
- Vacche: almeno 30 giorni/anno
- Manze: almeno 3 mesi/anno
Bovini da carne
- Fattrici e vitelli: almeno 4 mesi/anno
Suini
- almeno 4 mesi/anno in allevamento confinato semibrado.
Possibile deroga all’adesione al sistema SQNBA per gli allevamenti bovini di piccole dimensioni e per gli allevamenti biologici i cui impegni sono stabiliti dal rispettivo disciplinare.
*Il Sistema di Qualità Nazionale per il Benessere Animale è costituito dall’insieme dei requisiti di salute e di benessere animale superiori a quelli delle pertinenti norme minime europee e nazionali. È disciplinato dal Decreto interministeriale n. 341750 del 2 agosto 2022. Attualmente si è in attesa dei decreti attuativi dei ministeri dell’Agricoltura e della Salute che andranno a specificare altri aspetti inerenti la disciplina produttiva, il marchio distintivo con cui identificare i prodotti conformi le procedure di armonizzare e di coordinamento dei sistemi di certificazione e di qualità autorizzati, le misure di vigilanza e controllo, le modalità di utilizzo dei dati disponibili nelle banche dati esistenti, nazionali e regionali. L’adesione al SQNBA è su base volontaria, accessibile presentando apposita istanza ad un Organismo di Certificazione scelto tra quelli iscritti nell’elenco disponibile sul sito istituzionale del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF).
ECO-2 INERBIMENTO COLTURE ERBOREE PERMANENTI
Riguarda tutte le superfici occupate da colture permanenti (legnose agrarie) e altre specie arboree permanenti a rotazione rapida. I parametri/ requisiti sono i seguenti:
Impegno nell’assicurare tra il 15 settembre e il 15 maggio dell’anno successivo, la presenza di copertura vegetale erbacea spontanea o seminata nell’interfila o per le colture non in filare, all’esterno della proiezione verticale della chioma.
La copertura vegetale deve essere assicurata sul 70% della superfice oggetto d’impegno. Non effettuare il diserbo chimico nell’interfila o per le colture non in filare, all’esterno della proiezione verticale della chioma.
Non effettuare lavorazioni del terreno nell’interfila o per le colture non in filare, all’esterno della proiezione verticale della chioma, durante
tutto l’anno.
È consentito qualsiasi metodo di semina che non implichi la lavorazione del suolo. Durante tutto l’anno, gestire la copertura vegetale erbacea esclusivamente mediante operazioni meccaniche di sfalcio, trinciatura sfibratura della vegetazione erbacea.
ECO-3 OLIVETI DI RILEVANZA PAESAGGISTICA
Un contributo aggiuntivo per gli oliveti considerati di particolare valore paesaggistico e storico, vale a dire quelli con una densità media inferiore a 300 piante/ettaro e quelli individuati dalle Regioni, fino ad un massimo di 400 piante/ettaro, in base ad elementi oggettivi quali l’architettura degli impianti, le tecniche di allevamento ed altre pratiche tradizionali.
ECO-4 SISTEMI DI FORAGGERE ESTENSIVE
Sono ammissibili tutte le superfici a seminativo in avvicendamento con l’obiettivo di introdurre in avvicendamento colture leguminose, foraggere e da rinnovo al fine di impegnarsi alla gestione dei residui per compensare le emissioni di CO2. I requisiti sono i seguenti:
Avvicendamento almeno biennale con presenza di colture leguminose e foraggere, nonché di colture da rinnovo, inserendo nel ciclo di rotazione, per la medesima superficie, almeno una coltura miglioratrice proteica o oleaginosa, o almeno una coltura da rinnovo.
Sulle colture leguminose e foraggere non è consentito l’uso di diserbanti chimici e di altri prodotti fitosanitari nel corso dell’anno. Sulle colture da rinnovo è consentito l’uso della tecnica della difesa integrata. Ad eccezione delle aziende zootecniche, obbligo di effettuare l’interramento dei residui (anche per paglie di cereali autunno vernini).
ECO-5 MISURE SPECIFICHE PER GLI IMPOLLINATORI
Contributo per chi nelle coltivazioni arboree di superficie minima di almeno 0,25 ettari, su una larghezza minima di 20 metri, mantiene nell’anno di impegno, una copertura dedicata con piante di interesse apistico (nettarifere e pollinifere ancora da determinare ndr), nell’interfila o, per le colture non in filare, all’esterno della proiezione verticale della chioma.
La copertura vegetale deve essere assicurata su almeno il 70% della superficie oggetto d’impegno. Contributo per chi nei seminativi mantiene nell’anno di impegno una copertura dedicata con piante di interesse apistico (nettarifere e pollinifere ancora da determinare ndr), su una superficie minima di almeno 0,25 ettari, con una larghezza minima di 20 metri, e una distanza da 3 a 5 metri da colture limitrofe (fascia di rispetto) dai bordi dei campi o da altre colture.
Inoltre occorre non eseguire operazioni di sfalcio, asportazione, trinciatura o sfibratura delle piante di interesse apistico su tutta la superficie delle coltivazioni arboree e dei seminativi, per tutto il periodo dalla germinazione al completamento della fioritura.
Non utilizzare diserbanti chimici e fitosanitari (anche sulla coltura arborea) ed eseguire il controllo esclusivamente meccanico o manuale di piante infestanti non di interesse apistico su tutta la superficie oggetto di impegno.
Per i seminativi, dopo il completamento della fioritura sulla superficie oggetto d’impegno è possibile effettuare la semina di una coltura.
Non è cumulabile con l’ECO-2 per le colture arboree.