“Siamo fortemente preoccupati per il futuro dell’intera filiera legno-arredo. Alcune aziende trasformatrici hanno già comunicato ai proprietari forestali e alle imprese boschive il blocco di alcune linee di produzione. Se l’industria del settore si ferma, ci sarà anche una contrazione del ritiro del legname, con conseguente crollo della produzione”.
Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e della Federazione nazionale Risorse Boschive e Coltivazioni Legnose di Confagricoltura commenta così l’allarme lanciato da Federlegno-Arredo sugli effetti che l’incremento dei costi energetici sta creando al comparto.
La provincia di Cuneo conta una superficie ricoperta a boschi e foreste di circa 300mila ettari, circa il 38% del totale regionale, e l’economia del legno impiega migliaia di addetti in centinaia di aziende, di diversa natura, sparse su tutto il territorio.
“Dobbiamo ripensare la nostra economia del legno e le relative filiere per arrivare a valorizzare e utilizzare di più le produzioni locali e nazionali – prosegue Allasia -. La materia prima italiana oggi lavorata dalle industrie di trasformazione non supera il 30% del totale.
L’Italia è il primo Paese per importazione di legname da industria e questo è dovuto alla scarsa pianificazione che ha caratterizzato negli ultimi decenni la gestione della risorsa forestale nazionale, nonostante la ricchezza di aree boschive che ci contraddistingue”.
Oggi il tasso di utilizzo dell’incremento annuo dei boschi è fermo al 33%, notevolmente inferiore alla media europea. Gli strumenti non mancano.
“Oltre alle risorse previste dal PNRR, non dimentichiamo che oggi abbiamo a disposizione una nuova Strategia Forestale Nazionale, con una dotazione annuale di 30 milioni di euro per il periodo 2022/23 e di 40 milioni per il 2024/32. Fondi destinati, tra l’altro, all’incremento delle superfici boschive sottoposte a pianificazione e allo sviluppo della bioeconomia forestale per rendere il nostro comparto sempre più sostenibile anche sul fronte ambientale – conclude Allasia -. Il settore forestale potrebbe fare la propria parte anche contro i rincari del costo del gas. Con una corretta gestione delle risorse boschive, infatti, la produzione di pellet, legna da ardere e cippato italiani potrebbero contribuire alla riduzione dei consumi di metano ad uso domestico”.