Consiglio regionale aperto sulla peste suina africana. Confagricoltura: “Intensificare gli abbattimenti di cinghiali senza perdere altro tempo”

20.07.2022

I cinghiali danneggiano le coltivazioni e sono un rischio per la sicurezza pubblica

“Per cercare di contenere i danni della peste suina africana entro quest’anno si dovrebbero abbattere 50.000 cinghiali, ma avanti di questo passo sarà impossibile centrare l’obiettivo: per questo è necessario intensificare gli interventi, per evitare che si metta a repentaglio un comparto che in Piemonte dà lavoro a 1.400 aziende (oltre 900 in provincia di Cuneo) che allevano 1,4 milioni di capi suini”.

Lo ha detto Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte e Cuneo, intervenendo al consiglio regionale aperto sull’emergenza peste suina africana che si sta tenendo questa mattina – martedì 19 luglio – a Palazzo Lascaris.

“Abbiamo chiesto questo consiglio regionale aperto per rappresentare al mondo politico istituzionale la gravità della situazione; siamo in presenza di un aumento incontrollato delle popolazioni di ungulati che devono essere ricondotti a un numero accettabile non solo per il rischio del dilagare della malattia, ma anche per gli ingentissimi danni che arrecano alle coltivazioni durante tutto l’anno”, ha aggiunto Allasia.

Il presidente regionale e provinciale di Confagricoltura ha chiesto di conoscere, in modo dettagliato, quanti abbattimenti di cinghiali sono stati effettuati finora, dove e qual è il piano di eradicazione programmato.

Il rappresentante di Confagricoltura ha anche evidenziato i danni che stanno subendo le aziende faunistico venatorie, per il divieto di praticare qualsiasi forma di caccia, di prelievo o contenimento, che perdura da quasi sette mesi.

Alcune di queste aziende hanno personale dipendente che non riescono più a remunerare a causa dei mancati introiti: Confagricoltura ha proposto che i danni provocati dalla fauna selvatica all’interno delle aziende agricole facenti parte del comprensorio faunistico-venatorio vengano temporaneamente risarciti dalla Regione Piemonte, fino al ripristino della situazione ordinaria.

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