L’AZIENDA DI SANDRO GALLESIO HA CAMBIATO INDIRIZZO E DA ZOOTECNICA È DIVENTATA CORILICOLA. IN PIENA PANDEMIA L’APERTURA DEL NEGOZIO
di Paolo Ragazzo
Benevello, Alta Langa. Una terra dalle mille risorse. Se fino a qualche decennio fa, infatti, era abbastanza usuale imbattersi in realtà agricole che facevano dell’allevamento, di bovini piemontesi in particolare, la loro principale attività, affiancata dall’immancabile coltivazione di qualche appezzamento di nocciole, ora la situazione si è ribaltata a vantaggio della corilicoltura, intesa però come attività imprenditoriale a 360 gradi. Ne è una testimonianza diretta la storia dell’azienda di Gallesio Sandro.
“Fino a qualche anno fa, grazie al lavoro di mio papà Dino, avevamo circa 120 capi di razza Piemontese – racconta Sandro Gallesio –, poi con il passare del tempo, vuoi anche per un minor appeal del comparto dal punto di vista commerciale, abbiamo deciso di cambiare e di diminuire drasticamente il numero di animali allevati, scesi a circa una trentina.
Parallelamente, è cresciuta sempre più invece l’attività legata alla Nocciola Piemonte IGP e, in misura minore, quella della coltivazione di cereali antichi per ricavarne farine uniche”.
Una svolta aziendale dettata anche e soprattutto da ragioni di prospettiva. “Ho due figlie gemelle di 25 anni che, nonostante abbiano frequentato, da studentesse, città come Torino e Venezia negli anni dell’università, amano questa terra, sono orgogliose delle loro radici agricole e sono pronte a valorizzarle adattandole alle esigenze del presente” prosegue Sandro.
LO SLANCIO DELLE DUE GEMELLE GIORGIA E LORENZA
Le sorelle Giorgia e Lorenza, con il fondamentale apporto della mamma Elena, hanno saputo infatti imprimere alla azienda quello slancio necessario per superare ogni residuo dubbio e puntare convinti alla riconversione aziendale.
Ecco, dunque, che dai 15 ettari di terreno destinato alle nocciole, hanno iniziato, anno dopo anno, a nascere preziose e golose novità.
Il cambiamento non è stato solo nelle intenzioni, ma ha preso corpo in una vera e propria rivoluzione che ha interessato la principale struttura aziendale: la stalla.
Pezzo dopo pezzo, è stata ridimensionata e riadattata alle nuove necessità: là dove si udivano i muggiti di vacche e vitelli, oggi si sente infatti il rumore delle macchine per la lavorazione delle nocciole.
“Per anni abbiamo coltivato noccioli e abbiamo venduto il prodotto da sgusciare alle aziende trasformatrici della zona, poi nel 2018 la scelta di iniziare a lavorarle direttamente noi – precisa Sandro -. Abbiamo dapprima investito in attrezzature per lo stoccaggio, l’essiccazione, la sgusciatura, la calibratura e la cernita e poi nel laboratorio, con macchinari per la lavorazione finale delle nocciole”.
Fondamentale in questo percorso l’apporto delle donne di famiglia, per arrivare non solo ad ottenere prodotti eccellenti dal punto di vista organolettico, ma anche per saperli comunicare nel miglior modo possibile.
VASTA GAMMA DI PRODOTTI
Sono nate, così, nocciole tostate, nocciole salate (pensate come snack per gli aperitivi) due tipi di creme spalmabili (una con il 53% di nocciola, cacao e zucchero, e
una con l’aggiunta di latte), oltre a semilavorati come la farina di nocciole (utile per le torte, piuttosto che per la pasticceria), la granella e la pasta di nocciola.
“Quest’ultima era stata concepita per essere trasformata da pasticcerie, gelaterie, ristoranti, ma ultimamente molti nutrizionisti la stanno consigliando come crema da consumare a colazione, in quanto molto energetica e priva di zuccheri, essendo nocciola al 100%”, spiega Lorenza, una laurea in lingue orientali (cinese) alla Ca’ Foscari di Venezia.
“Oltre ad una grafica coordinata di tutti i prodotti, abbiamo scelto di nominarli con espressioni locali piemontesi: Che Piasì, Amurìn, Sachèt, Parlapa’, Spatuss, Beica Tì, Tanti Toc – aggiunge Giorgia, laureata in Design e Comunicazione al Politecnico di Torino – per identificarli ancora di più con il nostro territorio e la nostra storia. La scelta piace e funziona anche a livello comunicativo”.
Al papà Sandro è affidata la gestione agronomica dei corileti e buona parte della lavorazione delle nocciole, mentre a mamma Elena, tutta la parte amministrativa e burocratica dell’azienda coadiuvata dalle figlie.
Un lavoro di squadra, dove ognuno da’ il proprio contributo, che ha portato alla nascita nel 2021 del negozio aziendale.
TOUR PER I TURISTI IN CAMPO E IN AZIENDA
“Nel pieno della pandemia di Covid-19, con molti nostri clienti chiusi e quindi relative difficoltà, abbiamo comunque deciso di mettere in cantiere quest’ultimo
tassello per andare a chiudere il cerchio e permetterci di accogliere così direttamente in azienda i tanti turisti in visita nel nostro territorio, accompagnandoli a conoscere come vengono coltivate e lavorate le nocciole, fino a farle degustare”, dichiara Elena.
Ora che la pandemia che lentamente sta allentando la presa, anche i turisti stranieri sono tornati ad affacciarsi sulle colline patrimonio Unesco e sono pronti a vivere un’esperienza originale come la degustazione di prodotti a base di Nocciola Piemonte IGP.
“Dobbiamo continuare ad investire in comunicazione per valorizzare le qualità delle nostre nocciole, indiscutibilmente migliori rispetto a quelle di altre parti del mondo. Dobbiamo provare a replicare quanto fatto egregiamente dalle aziende del vino – concludono le sorelle Gallesio per nulla pentite della loro scelta di vita –. Siamo pronte a dare il nostro contributo per la valorizzazione della nocciola Piemonte IGP”.