Come “mosche bianche” nella patria della razza Piemontese

06.05.2022

FAmiglia di agricoltori tra le mucche

A Sanfrè, in località Motta, la famiglia Milanesio alleva bovini Garonnesi con particolare attenzione al benessere animale.

di Paolo Ragazzo

Un tempo era tutto un fiorire di allevamenti e aziende agricole. Portavano tradizionalmente il nome di uno dei dodici apostoli; come cascina San Filippo, dove
ancora oggi l’azienda Milanesio non solo resiste al progressivo spopolamento del caratteristico borgo antico, ma proprio qui intende costruire il suo futuro.

Allevatori da sempre di bovini di razza Garonnese, nella patria della Piemontese, c’è chi considera Claudia, il marito Pierpaolo e il cognato Marcello delle “mosche
bianche” in zona. E in un certo senso, per alcuni aspetti, potrebbero anche essere considerati tali.

Mucche nella stalla

PRONTI PER I PASCOLI

“A giorni i nostri animali lasceranno le stalle per raggiungere i pascoli circostanti e qui vi resteranno fino all’autunno, salvo forte maltempo – spiega Claudia -. È un sistema di allevamento che ha parecchi vantaggi: fortifica le vacche e i loro vitelli, liberi di mangiare erba fresca e di stare all’aria aperta, e consente anche a noi un’organizzazione migliore dei nostri impegni personali”.

La scelta della Garonnese è stata dettata, da un lato, per dare continuità alla storia di famiglia e, dall’altro, perché con il tipo di gestione semi-brado dell’allevamento è una razza bovina più semplice da gestire in alcune fasi aziendali, tipo quelle delicate dei parti.

Ma come è nata questa passione? “Abbiamo cominciato importando i vitelli dalla Francia e allevandoli per l’ingrasso – continua Claudia –; parallelamente nel 2005 abbiamo acquistato le nostre prime 4 manze, diventate 8 l’anno successivo, e a seguire alcuni tori con l’idea di chiudere così tutto il ciclo di allevamento. Ce l’abbiamo quasi fatta, le importazioni di vitelli sono ormai ridotte e contiamo di completare questa operazione a breve”.

Mucche che vanno al pascolo nei campi

LA FILOSOFIA AZIENDALE

La ricerca di una maggior libertà nell’allevamento si accompagna ad altri principi che rendono bene l’idea della filosofia aziendale.

Uno di questi è l’attenzione costante al benessere animale, al di là delle misure previste dalle normative in materia, come si può vedere dalla stalla realizzata nel 2005 che consente alle vacche e ai loro vitellini di potersi muovere liberamente e di avere accesso all’ampio pascolo adiacente.

“Abbiamo notato che lasciando gli animali al pascolo per molto tempo si ammalano e si stressano molto meno – proseguono gli allevatori – e per noi, che li conosciamo tutti per nome tanto da affezionarci, è un aspetto fondamentale con dei risvolti tangibili”.

Altro aspetto importante è l’autoproduzione di quasi tutto il necessario per l’alimentazione, che oltre ad essere un valor aggiunto per la crescita dei capi, di questi tempi sta attenuando i contraccolpi del caro materie prime: “Il periodo non è dei migliori, ma noi al momento non ci lamentiamo – dice Marcello –. Prezzi e richiesta del mercato sono su buoni livelli e producendoci il necessario (mais, orzo, fieno e foraggio proteico) siamo sostanzialmente quasi autosufficienti.

Certo la preoccupazione che questa crisi si allarghi c’è, per questo abbiamo deciso anche di non crescere troppo nei numeri (un centinaio in totale), così da essere sicuri di riuscire a vendere i capi necessari”.

Mucche e vitello all'aria aperta

Ora il sogno è di realizzare un punto vendita aziendale in cui far conoscere direttamente la produzione. “Qua è un punto strategico, di passaggio, e si potrebbero
anche organizzare brevi visite guidate per far vedere come alleviamo i nostri animali all’aperto – prosegue Pierpaolo -. Purtroppo, però, alcuni vincoli paesaggistici sul borgo di Motta non consentono di realizzarlo con facilità e, per il momento, abbiamo dovuto riporre il progetto nel cassetto sperando di poterlo
attuare tra qualche tempo, così da garantire uno sviluppo e una continuità alla nostra attività”.

A proposito di futuro, uno dei quattro figli di Claudia e Pierpaolo, Simone di 20 anni, ha già manifestato l’interesse di proseguire nell’attività dei genitori, ma con
un monito che serve a incanalare questa scelta di vita sul giusto binario: “Serve anzitutto passione – dice mamma Claudia, che fino al 2000 lavorava in una casa
di riposo -, senza non si fa tanta strada e, soprattutto, non si riescono a sopportare quei sacrifici richiesti per arrivare alle molte soddisfazioni che questo mestiere a stretto contatto con gli animali sa riservare”.

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