Confagricoltura chiede alla Regione di accelerare sulla medicina territoriale.
“Nella scelta della localizzazione dei nuovi ospedali la Regione tenga conto dell’esigenza dei territori e degli orientamenti espressi dalle amministrazioni locali, ponendo particolare attenzione al risparmio di suolo ed evitando, nei limiti del possibile, di utilizzare aree agricole, indirizzando le scelte verso siti già urbanizzati che non comportino nuove cementificazioni”.
Il presidente di Confagricoltura Piemonte e Cuneo Enrico Allasia interviene sul piano di potenziamento e di modernizzazione delle strutture sanitarie sul territorio, che prevedono la realizzazione di nuovi ospedali, evidenziando le attese del mondo agricolo.
“Circa il 70% della popolazione totale del Piemonte, poco più di 3 milioni di persone, vive in aree rurali. In queste zone – dichiara Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – si corre il rischio di desertificazione: molti comuni hanno perso l’unico negozio, l’unico servizio di ristorazione, la presenza di servizi postali e bancari è in costante riduzione”.
Queste limitazioni – sottolinea Confagricoltura – disincentivano la permanenza nelle aree rurali, creando le condizioni per un ulteriore spopolamento dei territori più lontani dai grandi centri.
“Con enormi difficoltà gli abitanti delle aree rurali e montane sono già costretti a rinunciare ad alcuni servizi essenziali – dichiara Allasia – ma non possono essere privati anche del diritto alla salute. Per questo chiediamo che le istituzioni regionali, giunta e consiglio, che affronteranno presto il nodo della localizzazione dei nuovi ospedali, riservino la necessaria attenzione anche al rafforzamento della sanità territoriale, accelerando sui processi di costruzione e implementazione degli ospedali di comunità, delle case di comunità e delle centrali operative territoriali, per assicurare agli abitanti delle aree rurali un’assistenza territoriale efficiente, che garantisca la cura dei pazienti alleggerendo il carico della rete ospedaliera”.