Massimiliano Giansanti, coordinatore di Agrinsieme, ha scritto una lettera ai ministri mettendo in luce tutti i nodi da sciogliere.
Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, nelle vesti di coordinatore nazionale di Agrinsieme, ha inviato una lettera ai ministri della Salute, delle Politiche Agricole, della Transizione ecologica e dello Sviluppo Economico per segnalare le numerose problematiche connesse alla gestione dei prodotti fitosanitari e all’insorgenza di sempre nuove emergenze.
La richiesta è quella di costituire con urgenza un tavolo di confronto e concertazione che coinvolga i produttori e tutte le amministrazioni competenti per poter valutare, con spirito costruttivo, le complesse problematiche e poter fornire risposte alle diverse esigenze degli agricoltori legate alla difesa delle colture, coniugando le esigenze di sostenibilità con quelle di produttività e qualità dei prodotti agricoli.
Va ricordato infatti che con la strategia Farm to Fork e gli atti ad esse collegati l’Europa, infatti, punta ad una riduzione dell’uso degli agrofarmaci del 50% entro il 2030, “ma tale obiettivo generale, oltre a non tener conto degli sforzi già compiuti dai vari Paesi finora, si innesta a sua volta su una situazione generale molto complessa sotto diversi aspetti, primo tra tutti il processo di revisione dell’immissione in commercio dei prodotti fitosanitari (direttiva91/414/CEE e successivo regola-mento 1107/2009) che, nel corso degli ultimi venti anni, ha ridotto del 70% le sostanze attive disponibili per la difesa fitosanitaria”, si legge nella missiva.
Inoltre la revisione della normativa, oltre ad aver comportato l’uscita dal mercato di numerose sostanze attive, sta determinando forti limitazioni anche per i prodotti a base di sostanze auto-rizzate, attraverso l’introduzione del principio della valutazione comparativa e delle sostanze atti-ve approvate come candidate alla sostituzione.
Continua Giansanti: “La situazione è resa ancor più critica, da un lato, per il fatto che per diverse colture non si proceduto a registrare molecole di più recente concezione, con conseguente impoverimento dei mezzi di difesa; dall’altro, dai cambiamenti climatici che hanno l’effetto di prolungare l’attività stagionale di parassiti e malattie, causandone un aumento, in particolare nelle regioni più fredde dove temperature più calde possono consentire più cicli riproduttivi di insetti nocivi; a ciò si aggiunge la proliferazione di insetti alieni, come nel caso della cimice asiatica, che sta mettendo a rischio la stessa sopravvivenza di diverse colture” continua Giansanti.
In questo contesto è sempre più complesso impostare una corretta difesa fitosanitaria e gestire il possibile sviluppo di resistenze agli agrofarmaci da parte dei patogeni. Situazione molto difficile anche per diverse produzioni tipiche italiane, classificate come colture minori ma con un elevato valore commerciale.
“Gli agricoltori riscontrano sempre più difficoltà a causa del numero limitato di prodotti fitosanitari disponibili dovuto allo scarso interesse economico delle ditte produttrici di agrofarmaci, in relazione agli elevati costi degli studi richiesti per l’autorizzazione all’uso e per il suo mantenimento”, continua la lettera.
A ciò si aggiungono ritardi burocratici, anomalie e disallineamenti nelle procedure normative riguardanti l’autorizzazione dei prodotti che allungano i tempi con il rischio concreto di perdere la possibilità di autorizzare i prodotti nei periodi previsti e di arrecare gravi danni economici ad interi comparti agricoli.
“Chiediamo un intervento che acceleri le procedure volte al rilascio degli usi di emergenza, garantendo nel contempo ai richiedenti un accesso alle informazioni riguardanti lo stato di avanzamento dell’iter autorizzativo”, conclude Massimiliano Giansanti.