Confagricoltura: aumentano i prezzi all’ingrosso della verdura, ma i produttori ci rimettono

09.02.2022

Verdura

Chi fa la spesa in questi giorni avrà notato che il prezzo della verdura è in forte aumento. “C’è una narrazione che vede ci vede sempre più attenti a consumare frutta e verdura di stagione – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – ma la realtà è che ancora oggi la maggior parte di chi fa la spesa cerca di accontentare i propri gusti, scegliendo tra ciò che il mercato offre”.

La verdura fresca, che d’inverno si ottiene solo sotto serra, è in testa alle preferenze dei consumatori: le temperature rigide, l’aumento dei costi produttivi e le fisiologiche tensioni commerciali fanno sì che in alcuni periodi i prezzi al consumo diventino particolarmente elevati.

I pomodori sono aumentati del 35%, le melanzane del 37%. I listini del Caat – Centro agro alimentare di Torino – rilevano che un anno fa in questo periodo (prezzi all’ingrosso) i cavolfiori bianchi costavano 90 centesimi al chilo, mentre oggi sono quotati 1,30 euro; le zucchine valevano 1,60 euro, mentre oggi sono a 2,65 euro. L’aumento più consistente, complici le gelate, è quello dei finocchi, passati da 45 centesimi al chilo a 2,30 euro.

Rispetto al rispetto alla “normalità” del periodo, che vede la verdura più cara d’inverno, quest’anno c’è un elemento in più che incide sui prezzi. “Da un anno a questa parte il costo dei fertilizzanti azotati è aumentato mediamente del 290% - spiega Enrico Allasia – mentre il gas metano utilizzato per il riscaldamento delle serre, è aumentato di oltre il 600%”.

In base alle rilevazioni del servizio tecnico di Confagricoltura Piemonte 1 quintale di urea un anno fa costava 30 euro, mentre oggi supera i 95 euro. Il gas metano veniva fatturato 0,18 euro al metro cubo, mentre oggi costa 1,20 euro.

I consumatori pagano di più la verdura, ma ciò nonostante gli orticoltori sono in grande difficoltà, perché con le contrattazioni all’ingrosso non riescono a recuperare i maggiori costi che sostengono – chiarisce Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – e se non interverrà per stabilizzare i costi energetici molte aziende saranno costrette ad abbandonare la produzione, riducendo la disponibilità dell’offerta. Per questo è necessario – aggiunge il direttore di Confagricoltura Piemonte – che nell’ambito della filiera ciascuno faccia la propria parte, evitando di penalizzare esclusivamente il settore della produzione primaria, per evitare di far crescere la dipendenza dall’estero e peggiorare i conti della bilancia commerciale del nostro Paese”.

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