Nei giorni scorsi il Presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte Enrico Allasia ha inviato una lettera alla Regione riportante alcune considerazioni in merito alla riforma della nuova Pac 2023-2027.
Riportiamo qui di seguito il testo della lettera.
In vista del Tavolo Verde convocato per il 19 novembre prossimo al fine di avviare un confronto sulla posizione negoziale che codesta Regione dovrà assumere in merito al Piano strategico della Pac (Psp) 2023-2027, formuliamo di seguito alcune considerazioni sui principali aspetti applicativi della riforma “post 2022”.
Preliminarmente rileviamo che l’obiettivo essenziale del Psp dovrebbe essere quello di assicurare la redditività delle imprese, anche per poter garantire e accrescere la sostenibilità ambientale richiesta dalla riforma.
Occorrerà perciò focalizzare l’attenzione, soprattutto per quanto riguarda gli aiuti diretti del I pilastro, su alcuni elementi cardine in merito ai quali operare scelte oculate e, in particolare:
- convergenza;
- pagamento ridistributivo;
- eco-schemi;
- sostegno accoppiato.
Un’altra scelta importante dovrà essere effettuata sulla definizione di “agricoltore attivo”. Al riguardo riteniamo che si debba orientare l’utilizzo dei fondi europei verso agricoltori professionali individuati sulla base di parametri economici. Andrebbe cioè assicurata una maggiore selettività dei beneficiari, favorendo le imprese e gli imprenditori che si dedicano professionalmente all’attività agricola, in modo da attenuare l’impatto negativo della riduzione degli aiuti.
Per operare adeguate scelte su questi importanti “dossier” sarebbe necessario poter disporre di una panoramica di insieme delle proposte, che invece per lo più mancano, in quanto sostituite da elaborazioni tecniche a scopo illustrativo.
Riteniamo quindi che andrebbe abbandonato l’attuale approccio limitato e parziale per costruire un quadro di tutti gli elementi utili a valutare le proposte di implementazione della riforma.
Convergenza
L’eventuale opzione di sopprimere il sistema dei titoli a favore di una semplice distribuzione del massimale (circa 1,6 miliardi di euro l’anno) sugli ettari ammissibili (importo unitario unico di 144,2 euro/ettaro) non è, a nostro avviso, una scelta percorribile in quanto determinerebbe inaccettabili e drastici cambiamenti ai valori dei pagamenti diretti.
Nel merito della convergenza, riteniamo condivisibile proseguire il percorso già intrapreso con l’attuale programmazione, limitando quindi la riduzione del valore dei titoli a non più del 30% a regime, come consentito dalla normativa europea.
Pagamento ridistributivo
Questo sistema di pagamento diretto obbligatorio, che ha lo scopo di ridurre i pagamenti delle aziende di maggior dimensioni a favore di quelle più piccole, ha una dotazione del 10% del massimale, ovvero di circa 362 milioni di euro l’anno.
Le elaborazioni tecniche fornite finora dal Mipaaf, essendo prive di informazioni fondamentali quali il numero di aziende interessate, gli ettari beneficiari e il valore del sostegno unitario concesso, impediscono un’adeguata valutazione degli effetti delle varie ipotesi poste in discussione dal Ministero.
Tuttavia, in linea generale, riteniamo che il pagamento ridistributivo debba tenere conto degli effetti delle riduzioni dei pagamenti diretti di base e che, qualunque sarà l’ipotesi di applicazione adottata, debba includere tutte le aziende beneficiarie, consentendo così l’erogazione di questi pagamenti sui primi ettari dichiarati anche alle imprese di maggiori dimensioni e senza esclusioni basate sulla grandezza economica dell’azienda.
Occorre altresì innalzare il più possibile il limite massimo di ettari beneficiari del pagamento ridistributivo, escludendo nel contempo ogni ipotesi di applicazione degli strumenti relativi al “capping” e alla “degressività”.
Eco-schemi e sostegni accoppiati
Questi aiuti sono particolarmente significativi in quanto costituiscono i due strumenti attraverso i quali gli agricoltori possono recuperare parte delle perdite, più o meno accentuate, subite dal valore dei titoli.
Quindi gli eco-schemi (25% delle risorse complessive annuali ovvero circa 900 milioni di euro) e i pagamenti accoppiati (15% delle risorse complessive annuali ovvero oltre 540 milioni di euro) dovrebbero ispirarsi a un unico principio indirizzato alla tutela delle produzioni nazionali.
La scelta degli eco-schemi dovrebbe perciò essere guidata dalla necessità di fornire una corretta remunerazione dei maggiori impegni a finalità ambientale richiesti agli agricoltori. Diversamente, i produttori potrebbero rinunciare ad attuare gli eco-schemi, che sono volontari, e le somme non utilizzate finirebbero per essere restituite al bilancio europeo.
Non di meno queste misure dovranno anche essere impostate secondo canoni di facile attuazione e agevole controllo.
Tuttavia, al momento, non è possibile valutare la portata e l’adeguatezza dei sette eco-schemi proposti dal Mipaaf, perché non sono ancora noti l’ammontare delle risorse finanziarie per ognuno di essi, gli importi unitari e la platea dei potenziali beneficiari (per esempio limitati alla sfera dei fruitori dei pagamenti diretti, oppure no).
In linea generale auspichiamo comunque che:
- in questa prima fase applicativa venga contenuta entro la percentuale minima del 25% la quota di risorse da destinare agli eco-schemi che rimangono volontari per gli agricoltori;
- il 2023 venga considerato “anno di sperimentazione” per assumere poi le scelte definitive l’anno successivo alla luce delle esperienze maturate;
- le proposte vengano integrate con almeno altri quattro eco-schemi per l’adozione di tecniche di agricoltura di precisione, per la produzione di proteine vegetali, per la messa a riposo coltivata e non produttiva e per gli areali risicoli.
Naturalmente dalla tipologia e dai contenuti degli eco-schemi dipende anche il mantenimento o la rivisitazione di alcune misure dello Sviluppo Rurale legate alla sostenibilità ambientale.
Per quanto concerne invece il pagamento accoppiato, cioè legato a particolari produzioni, non sono ancora state rese disponibili ipotesi sui comparti ammissibili.
La raccomandazione è che i pagamenti accoppiati siano effettivamente finalizzati a riequilibrare gli effetti penalizzanti sui soggetti, sulle filiere e sui territori indotti dalla probabile e pesante riduzione dei pagamenti diretti a causa del ridimensionamento del massimale e dei modelli di convergenza verso il valore medio.
Ringraziandovi per l’attenzione restiamo a disposizione per ogni eventuale approfondimento che si rendesse necessario e cogliamo l’occasione per inviarvi i nostri più cordiali saluti.
(Il Presidente)
Enrico Allasia