“È necessario sviluppare progetti di valorizzazione delle produzioni lattiero casearie locali, mantenendo sempre attivo il dialogo con la parte industriale per promuovere la filiera produttiva del latte piemontese e italiano e rimanere così al passo con i nostri competitors a livello mondiale”. Queste le parole di Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo, a conclusione del convegno organizzato dall’associazione agricola, in collaborazione con la Camera di Commercio di Cuneo, dal titolo “Latte: processi di internazionalizzazione e mercato lattiero caseario pre e post Covid”, tenutosi online nella giornata di mercoledì 14 luglio. L’incontro si è aperto con il benvenuto introduttivo del direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio, che ha messo in luce il momento storico senza precedenti in atto da due anni a questa parte, che ha contribuito a far lievitare di molto i costi delle materie prime, ai quali non corrispondono adeguate remunerazioni in termini di prezzi del latte.
La presentazione di Francesco Branchi di CLAL, da cui il seminario ha preso il via, ha messo in evidenza che 1997 al 2017 in USA sono diminuite le piccole aziende da latte, mentre sono aumentate quelle più grandi, dove i costi aziendali si riducono all’aumentare del numero dei capi. Anche tra i Paesi dell’UE, come da ultimo censimento del 2016, c’è stata una riduzione del 60% delle aziende da latte che ha interessato le realtà con minore estensione agricola. L’Italia risulta essere il Paese più vario in questo senso, con la presenza di aziende sia piccole, sia medie, con oltre 100 capi. Gli studi di Mirco De Vincenzi e Alberto Lancellotti si sono incentrati sul rafforzamento dell’offerta di latte a livello mondiale, soprattutto nell’ultimo anno, quando il solo Piemonte ha visto crescere le sue produzioni dello 0,9%, con un +0,7% registrato dalla provincia di Cuneo. C’è stato un recupero anche nelle esportazioni dei formaggi italiani, soprattutto del Parmigiano Reggiano DOP e del Grana Padano DOP, che negli ultimi cinque anni hanno incrementato in modo considerevole le loro produzioni, mentre le importazioni hanno subito un positivo rallentamento. In coda delle presentazioni dei professionisti, Angelo Rossi fondatore di CLAL.it e di TESEO ha affermato che “poiché in Italia ci sono momenti di maggior offerta e altri in cui manca il latte, sarebbe necessario trovare un equilibrio nelle produzioni e, ancor di più, stilare un accordo, anche societario, con gli altri Stati”.
Guido Oitana, presidente della sezione regionale Latte di Confagricoltura, parlando della situazione territoriale del Piemonte, ha rimarcato come “il limitato numero DOP regionali e la mancanza di manodopera specializzata nelle aziende costituiscano un limite per i prezzi delle produzioni locali”. Mentre Tommaso Visca, presidente Lait Service Società Agricola Cooperativa, ha sottolineato come l’Italia “sia passata da un’autosufficienza limitata ad un 90% attuale di autosufficienza produttiva nel settore del latte”, ponendo l’accento sull’importanza di mettere a punto dei progetti di filiera con la parte industriale mirati alla valorizzazione e promozione delle produzioni locali. Il Piemonte è caratterizzato da allevamenti ben gestiti dal punto di vista sanitario, con buone condizioni produttive e qualità elevata delle produzioni; per queste ragioni, con dei buoni progetti di promozione del territorio, il settore può uscire da questa situazione non ottimale a livello di prezzo. Anche Giampiero Degiovanni, presidente della sezione Latte di Confagricoltura Cuneo, ed Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte, hanno confermato la necessità di trovare nuove strade per valorizzare le competenze del settore e la qualità dei prodotti piemontesi e italiani, in generale.