Avversità atmosferiche e cambiamenti climatici restano i punti critici della produzione di miele in Piemonte

03.07.2021

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Il 20 maggio è stata celebrata la Giornata Mondiale dell’Ape Italiana, sottospecie di ape autoctona diffusa, apprezzata e allevata su scala planetaria, un caso unico che spiega le ragioni dell’orgoglio e dell’impegno della comunità apistica nazionale nel tutelare e salvaguardare questo patrimonio della nostra biodiversità.

Gli apicoltori censiti in Italia sono in costante aumento: circa 65.000, cui se ne aggiungono almeno altri 10.000 che, specie tra i giovani, nonostante la pandemia, stanno manifestando il proposito di avvicinarsi a questo allevamento seguendo i necessari corsi di formazione. Gli apicoltori piemontesi sono oltre 5.600, la maggior parte in provincia di Cuneo, per un totale di oltre 190.000 alveari che pongono la nostra regione al primo posto per numero di addetti in Italia, con oltre 2,1 milioni di chili di miele all’anno.

Il punto critico dell’apicoltura resta quello della produzione del miele, da ormai cinque anni soggetta a una costante riduzione dovuta alle avversità atmosferiche e ai cambiamenti climatici. “La mancata produzione dei mieli primaverili italiani è ormai strutturale – spiega Confagricoltura Piemonte – e come tale va gestita, adottando interventi compensativi per gli apicoltori affinché non abbandonino questa attività. Anche quest’anno – fa rilevare Confagricoltura – la stagione in Piemonte non è partita sotto i migliori auspici: le gelate del 7 – 8 e 9 aprile hanno colpito in particolare le piante di acacia, causando danni rilevanti”.

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