25 aprile: un nostro socio ricorda l’Eccidio di Tarantasca

24.04.2021

25-aprile

In occasione della Festa della Liberazione, il nostro socio Giuseppe Rosso racconta la propria testimonianza sull’eccidio di Tarantasca, avvenuto il 28 aprile 1945 quando lui era ancora un bambino.

“In occasione della Giornata della Liberazione, anche a Tarantasca, come in molti altri paesi, nel tempo di guerra o subito dopo il 25 aprile vi furono purtroppo fucilazioni per mano dei soldati tedeschi.

Ecco il racconto di un tarantaschese, che pur piccolino, visse da vicino tali atrocità.

I tedeschi, dopo aver distrutto Boves con decine di morti, scendono a Cuneo dove fanno saltare alcune arcate del ponte nuovo e, spinti dagli alleati, arrivano a Tarantasca dove si fermano a pernottare.

Era il 27 aprile e mandano quattro loro soldati armati in ronda in tutte le case del paese.

Nella notte alcuni ragazzi di Tarantasca, sentendo arrivare la ronda, fuggono in direzione di Centallo allarmando i tedeschi che sparano e chiedono rinforzi che arrivano immediatamente.

Perquisiscono tutte le case di Via Roata Sottana arrivando in pochi minuti sul fondo della stradina dove c’è la cascina di Brignone Antonio, persona di buon cuore che aveva rifugiato qualche decina di partigiani nella sua casa. 

 I tedeschi uccidono immediatamente due cani che abbaiano all’impazzata, poi, con un interprete, chiedono al proprietario di uscire fuori con le mani in alto e gli danno l’ordine di chiamare a gran voce tutti gli occupanti della cascina e di venire fuori con le mani alzate. 

In un momento, il cortile è pieno di uomini con le mani in alto, il più giovane ha solo 14 anni.

Alcuni di questi rifugiati non escono allo scoperto ma si nascondono, chi sul fienile, chi in cantina, chi negli armadi…

I tedeschi setacciano la cascina e tirano fuori con forza 5 uomini e li fucilano davantia a tutti gli altri terrorizzati, era la mattina del 28 aprile 1945.

Più tardi, quando tutti i prigionieri sono esausti, vengono spinti in colonna, sempre con le mani in alto e con i mitra spianati e ammassati dentro un pollaio e guardati a vista da due soldati armati.

Dopo qualche tempo arriva l’ordine ai tedeschi della partenza e grazie a Dio se ne vanno lasciando al loro passaggio l’orrore della guerra!

Dopo questo eccidio la Via Roata Sottana prenda il nome di Via Martiri della Libertà in ricordo di quei poveri ragazzi e uomini che morirono ingiustamente fucilati dai tedeschi.

Uno di loro si chiamava Pino Isasca ed era cittadino tarantaschese al quale è intitolata una via del paese.”

 

 

 

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