Tecnici di Confagricoltura Cuneo al lavoro per quantificare le perdite che si presentano molto ingenti
La forte ondata di gelo che ha colpito il Piemonte e la provincia di Cuneo nelle notti tra il 6 e l’8 aprile ha provocato danni molto ingenti ai frutteti nel pieno della fioritura, favorita dalle temperature quasi estive delle scorse settimane. I tecnici di Confagricoltura sono al lavoro per monitorare la situazione in campo, ma la previsione è di un’annata frutticola in salita come conferma Michele Ponso, neo presidente nazionale della FNP Frutticoltura di Confagricoltura: “Il problema è stato causato dalla durata delle gelate (diverse ore per nottata), oltre che dalla loro intensità, fattori che abbinati insieme hanno provocato seri danni su albicocche, pesche, nettarine e susine stimabili in perdite dal 50 al 70 per cento delle produzioni, a seconda degli areali colpiti – ha dichiarato l’imprenditore frutticolo di Lagnasco -.
Nel Saluzzese la temperatura è scesa anche a -7 gradi sotto lo zero e gli impianti non dotati di sistemi di difesa attiva (ventoloni e antibrina ad acqua, ad esempio) vedranno in buona parte compromessi i prossimi raccolti. Preoccupa da questo punto di vista la situazione del kiwi. Ora è partita la conta dei danni, c’è da sperare di riuscire a limitarli perlomeno sul mercato, se si considera che purtroppo queste forti ondate di gelo improvviso hanno interessato anche molti altri Paesi europei, dalla Spagna alla Francia”.
“È ovviamente presto per fare dei bilanci precisi sulla consistenza dei contraccolpi sulle prossime campagne – continua Claudio Sacchetto, presidente della sezione Frutticola di Confagricoltura Cuneo -; tuttavia ciò che purtroppo è certo è che dopo queste due nottate, soprattutto per quanto riguarda le drupacee, si raccoglierà nulla o molto poco, specie nelle fasce più basse dei frutteti. Sulle mele il danno potrebbe essere più contenuto.
I sistemi di difesa hanno funzionato bene, ma non in misura sufficiente per coprire tutti gli ettari di frutteto della Granda, e quindi ridurre a zero i danni che purtroppo restano molto seri. Molte aziende del comparto, inoltre, da qualche tempo hanno deciso di non assicurarsi più a causa dei costi insostenibili delle polizze e dei continui ritardi a vedersi riconosciuti i contributi spettanti. Sono scelte imprenditoriali, ma anni di mal funzionamento del sistema sicuramente non stanno giocando a favore di forme di difesa, che in queste situazioni potrebbe mitigare i danni”.
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