“Cauto ottimismo sulle vendite di Asti e Moscato d’Asti”
di Gilberto Manfrin
Sono numeri positivi, su scala globale, quelli che contraddistinguono il mercato dell’Asti e Moscato d’Asti. Partendo dai contrassegni, i dati diffusi dal Consorzio durante un recente incontro con onfagricoltura (aggiornati al 20 novembre 2020), descrivono una situazione con un +8% di fascette distribuite. Dai 72,7 milioni di contrassegni del 2019 si è passati, infatti, ai 78,6 milioni di quest’anno. Una crescita che riguarda sia l’Asti che il Moscato: per l’Asti sono 45,8 milioni le fascette consegnate (contro le 43,8 milioni dello stesso periodo 2019) pari ad un aumento percentuale, anno su anno, del 4,34%; percentuale che sale ad un più considerevole 14% per il Moscato, con contrassegni distribuiti pari a 32,8 milioni (contro i 28,8 milioni del 2019).
Vendite: in calo il mercato domestico
E le vendite? Il dato, su scala internazionale, fa ben sperare. A ottobre 2020 le vendite complessive della denominazione (Asti + Moscato) risultano pari a 61,8 milioni di bottiglie, contro le 55,2 milioni del 2019, le 56,7 milioni del 2018 e le 55,6 milioni del 2017. A trainare nell’anno è il Moscato che ha superato 25,8 milioni di colli venduti contro i 20,5 milioni dello scorso anno. Positive, ma con un’impennata meno marcata, le vendite di Asti: 36 milioni contro le 34,6 milioni di bottiglie vendute al 2019. A livello nazionale, il quadro è invece peggiorativo. L’accoppiata Asti-Moscato ha registrato infatti un calo di vendita: rispetto a ottobre 2019 la denominazione è passata dalle 4,9 milioni di bottiglie vendute alle 3,2 milioni sul 2020.
Export: Stati Uniti locomotiva
Canale fondamentale che ha avuto negli anni una crescita sempre più importante per la denominazione, l’export rappresenta ormai l’85% delle vendite delle varie tipologie di Asti Spumante e Moscato d’Asti Docg. Gli indicatori a disposizione del Consorzio, sempre aggiornati al mese di ottobre 2020, mostrano come siano ancora gli Stati Uniti (dove finisce il 66% delle bottiglie totali) a trainare la denominazione; nel Paese a “stelle e strisce” si è registrata un’impennata delle vendite nel 2020 pari a 23,7 milioni di bottiglie contro i 17,1 milioni del 2019. A farla da padrone è soprattutto il Moscato d’Asti, che ha visto salire le vendite dalle 11,8 milioni di bottiglie del 2019 alle 16,6 milioni di quest’anno. “Sono numeri e percentuali che ci rendono cautamente ottimisti – sottolinea Confagricoltura Cuneo -.
L’export è certamente un bacino fondamentale per l’intera denominazione, considerando che il mercato domestico sta particolarmente soffrendo la crisi conseguente il lockdown. Accogliamo favorevolmente l’entrata in vigore delle modifiche al disciplinare, sottolineando la possibilità di inserire, per l’Asti Spumante Docg, nuove tipologie legate al residuo zuccherino, potendo quindi ampliare la gamma, oltre alle definizioni Demi Sec, Secco\Dry ed Extra Dry, anche con Brut, extra Brut, Brut Nature o Pas Dosé, che permetteranno alle aziende di variare la produzione per intercettare nuove esigenze di mercato”.
Rinnovo CdA
Mentre il giornale è in stampa, si sta procedendo con le operazioni di voto per il rinnovo del Consiglio di amministrazione del Consorzio per il triennio 2020-2022. Per la parte agricola i candidati sono: Flavio Scagliola, Gianfranco Torelli, Paolo Dogliotti, Sandro Monte, Vittorio Marrone, Massimo Spagarino (viticoltori non associati); Stefano Ricagno, Bruno Fortunato, Evasio Polidoro Marabese, Loris Filante (viticoltori associati).
Sviluppi futuri
In attesa del risultato, si conoscono già quelli che sono alcuni degli obiettivi futuri del Consorzio, mirati ad offrire alle aziende associate nuove opportunità di crescita. Tra questi l’espansione del biologico (la denominazione ha già al suo interno 240 ettari certificati “a biologico”, ndr), un ambito di mercato in cui c’è molta possibilità di sviluppo. Senza dimenticare la promozione: alla campagna pubblicitaria avviata con le paline sulle rotonde dei comuni che interessano la denominazione e alla promozione della stessa all’interno della trasmissione “4 ristoranti” del brand ambassador Alessandro Borghese, si pensa anche ad alcune sponsorizzazioni di grandi eventi sportivi.