Vendemmia verde e distillazione di crisi da rivedere. I due provvedimenti pensati dal Governo per sostenere il comparto vitivinicolo italiano duramente colpito a livello economico dalla pandemia in corso non hanno incontrato il favore degli operatori del settore. A fronte di una disponibilità, a livello nazionale, di 100milioni di euro per ridurre le rese delle uve per vini DOP e IGP sono stati assegnati meno di 39milioni di euro.
In Piemonte sono 169 le domande presentate per un premio di poco superiore al milione e mezzo totale. Mentre sulla misura della distillazione volontaria sono stati impiegati appena 20milioni di euro sui 50 messi a disposizione. Il Ministero sta dunque lavorando all’ipotesi di nuove misure che consentano il pieno utilizzo delle risorse ancora disponibili. I fondi dovranno necessariamente essere assegnati entro il 31 dicembre 2020. “Confagricoltura ha avanzato le sue proposte per l’attuazione di programmi efficaci di aiuto e dopo un confronto con il MIPAAF e le amministrazioni regionali le ipotesi di utilizzo dei fondi gravitano intorno a due misure: la distillazione volontaria dei vini DOP IGP e lo stoccaggio privato – spiega Gianluca Demaria, presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Piemonte –. È stato proposto anche il ristoro per perdita di fatturato nel primo semestre 2020, ma ritenuto di più difficile attuazione”.
Le proposte di Confagricoltura a livello nazionale ha proposto:
1 – INTEGRAZIONE NELLA MISURA DI RIDUZIONE RESE DEI SOGGETTI ESCLUSI
Le disposizioni applicative della misura riduzione rese hanno limitato la possibilità di beneficiare del premio ai soli soggetti per i quali c’è stata perfetta identità nell’intestazione della domanda nelle ultime cinque dichiarazioni di vendemmia.
Tale approccio ha generato numerose esclusioni (casi di successioni, fusioni, scissioni e cambiamenti di denominazione) Confagricoltura ritiene che tale impostazione non sia equa per i giovani agricoltori che hanno avviato l’attività di recente senza avere quindi dati di riferimento necessari e sia in contrasto con i principi della misura che andava applicata su base oggettiva e non soggettiva, con riferimento al potenziale produttivo più che all’anagrafica aziendale.
Confagricoltura ha quindi proposto la riapertura della misura per le aziende escluse e nello specifico di impostare una procedura che consenta di accettare in ogni caso le istanze caratterizzate da una variazione nella titolarità della gestione delle superfici.
2 – STOCCAGGIO PRIVATO
Questa misura è stata accolta bene in Europa: in Spagna ed in Francia la misura è stata oggetto di provvedimenti nazionali ed è entrata nella specifica strategia di settore e anche in Italia è stata apprezzata nelle regioni dove è stata attivata.
Confagricoltura propone di aprire a livello nazionale una misura di stoccaggio privato per i vini DOC e DOCG che consenta di allontanare temporaneamente dal mercato vini di maggiore pregio per i quali la distillazione non rappresenta una soluzione adeguata. La misura dovrebbe essere applicata con la massima flessibilità consentendo di bloccare il prodotto in cantina per 6, 12, 18 mesi.
Per consentire, infine, il più alto utilizzo dei fondi gli aiuti dovrebbero essere non inferiori a 3 euro/hl/mese per i vini DOC e a 5 euro/hl/mese per i vini DOCG.
3 – DISTILLAZIONE DI CRISI
Confagricoltura sostiene l’apertura di una distillazione volontaria per i vini DOP ad un prezzo che tenga conto del valore del prodotto fino a cifre più remunerative. È infatti fondamentale eliminare più prodotto possibile non solo di fascia bassa ma anche premium e superpremium per sostenere in particolare il mercato di quei vini che hanno come naturale sbocco il canale Ho.Re.Ca. fortemente penalizzati nell’emergenza COVID.
I vini avviati a distillazione dovrebbero essere vini esclusivamente DOC o DOCG prodotti, o –se sottoposti all’invecchiamento- pronti per l’immissione al consumo, nella campagna 2019 /2020. Con un livello di premio adeguato l’interesse dei produttori potrebbe essere tale da rendere necessari la previsione di criteri di priorità, in tal caso priorità dovrebbe essere data ai vini DOP con maggiore gradazione.
Anche in provincia di Cuneo si resta quindi in attesa di conoscere nei dettagli quale sarà la proposta del Ministero per tentare di risollevare le sorti di un comparto che in queste settimane, proprio con la vendemmia, sta mostrando tutto il suo indiscusso valore.