Durante la stagione estiva che ci siamo da poco messi alle spalle gli animali selvatici non sono andati in vacanza. Ad accorgersene per primi sono stati i tanti agricoltori che, ancora una volta, si sono trovati e si trovano a dover stilare una lunga conta dei danni, così come evidenziano le tante testimonianze raccolte dai tecnici di Confagricoltura Cuneo che ne seguono l’evolversi.
“Relativamente ai danni più recenti – dichiara Antonio Marino, tecnico Confagricoltura zona di Alba – occorre segnalare che sia i caprioli sia i cinghiali si sono letteralmente accaniti nei vigneti. Soprattutto negli appezzamenti ubicati in corrispondenza delle zone boschive o incolte si sono registrati notevoli danni. Giova ricordare che i danni nei vigneti la fauna selvatica li arreca sia a inizio stagione, quando i caprioli brucano la tenera vegetazione, sia a fine campagna quando i selvatici arrivano a cibarsi dell’uva ormai pronta per essere raccolta.
Per quanto riguarda i corileti, invece, registriamo danni causati principalmente da cinghiali nella stagione che precede la raccolta. Arrivano, invadono gli appezzamenti e si nutrono di tutto ciò che trovano, devastando le piante”. “Nelle scorse settimane – spiega Cristiano Gallio, tecnico Confagricoltura zona di Mondovì – il nostro ufficio ha presentato varie domande di risarcimento nella zona di Clavesana e Cigliè per i danni causati da caprioli su uva Dolcetto. Inoltre a Vicoforte vanno registrati gli ingenti danni causati dai cinghiali al mais in fase di maturazione, oltre alle molte grufolature nei prati stabili.
Queste hanno causato gravi danni anche nei castagneti da frutto nei comuni di Viola e Monasterolo Casotto impedendo, di fatto, il buon esito della raccolta meccanizzata delle castagne, a causa della compromissione del relativo letto di raccolta”. “Nell’ultimo periodo – aggiunge Fabrizio Bima, tecnico Confagricoltura zona di Cuneo – i danni maggiori da noi rilevati sono stati causati dai corvi nella zona di pianura e riguardano principalmente mais e frutta in maturazione. Per quanto riguarda i danni da cinghiale, invece, da segnalare quelli in pianura (Villafalletto e Cuneo, in particolare zona parco fluviale) soprattutto riguardanti il mais, e quelli fino all’areale montano delle valli Maira, Grana e Stura relativi ai pascoli”.
Secondo Adriano Rosso, responsabile zona Cuneo di Confagricoltura “è il momento che la politica prenda decisioni concrete ed immediate poiché, come ribadiamo da ormai troppo tempo, la situazione è al collasso. La responsabilità è politica, noi non possiamo legiferare o fare altro. Occorre anzitutto rivedere la legge nazionale sulla tutela della fauna e la regolamentazione della caccia (n. 157/1992), non più idonea a regolare l’attuale scenario.
Servono poi azioni più immediate e incisive che prevedano, durante tutto l’anno e in qualsiasi momento, la possibilità di intervento anche da parte di figure appositamente formate, in aggiunta a quelle già autorizzate dal “Piano controllo cinghiale”, che possano così intervenire il più celermente possibile specialmente nelle situazioni di cronica criticità. Non è intenzione del mondo agricolo fare ‘tabula rasa’ delle specie più impattanti sull’attività primaria, ma, ove necessario, bisogna assolutamente riportare la situazione nei binari della normalità. È una questione che riguarda tutta la comunità viste anche le drammatiche conseguenze che ha sulla pubblica sicurezza dei cittadini”.