A Saluzzo i Fratelli Angaramo conducono oltre 60 giornate di peschi, meli, susini e ciliegi

19.09.2020


“Tutti per uno, uno per tutti” il motto divenuto celebre nel romanzo “I tre Moschettieri” di Alexandre Dumas conserva tutta la sua attualità anche a distanza di 175 anni. E lo si può applicare tranquillamente a molte realtà agricole della Granda. Basti pensare, ad esempio, al caso dell’azienda frutticola condotta dai fratelli Angaramo in regione Paschere a Saluzzo.

Marco, Paolo e Fabrizio, infatti, dal 2008 hanno abbandonato le loro precedenti attività da operai in due grandi industrie metalmeccaniche della provincia per fare “ritorno a casa”, nell’azienda di famiglia del papà Beppe. A loro si è aggiunto da qualche mese il giovane Matteo, figlio di Paolo, fresco di studi in Agraria.

D’altronde nelle oltre 60 giornate piemontesi coltivate a frutteto, il lavoro non manca e le braccia sono sempre poche nell’azienda che, tra le prime nel Saluzzese, ha creduto nelle potenzialità del ciliegio, ormai oltre un decennio fa. “È stato Fabrizio che ha avuto l’intuizione ad incominciare con qualche filare – racconta Marco –, noi gli siamo andati dietro con entusiasmo e qualche normale perplessità iniziale, ma ad oggi abbiamo oltre 9 giornate coltivate a ciliegio di cinque varietà diverse: Burlat, Early Bigi, Grace Star, Schneider e Cordia. È una coltura interessante, ma molto delicata nella gestione, soprattutto per quanto riguarda la fase della raccolta, in quanto essendo un frutto facilmente deperibile va trattato con la massima cura e attenzione”.


Ecco perché tutti gli impianti non solo hanno a protezione delle reti antigrandine, ma anche dei teli antipioggia per evitare che le precipitazioni possano spaccare le ciliegie proprio al momento della raccolta, compromettendo la loro consistenza e, quindi, il lavoro di mesi. Le operazioni di raccolta iniziano a seconda dell’andamento climatico, ma in generale si parte intorno al 20 maggio per concludere il tutto dopo 45 giorni.

“Abbiamo cercato di distribuire le diverse varietà a seconda della loro fase di maturazione – continua Paolo –, ma comunque stiamo pur sempre parlando di una coltura dal ciclo breve e con una conservazione limitata che non supera i 15 giorni. La raccolta quindi è decisiva e più dispendiosa in termini di manodopera da impiegare in azienda”. Motivo per cui una positiva risposta del mercato è ancora più importante rispetto ad altri frutti, dove il costo di produzione è inferiore.

Oltre al personale di raccolta, infatti, l’azienda ha continuamente investito in questi anni in sistemi di difesa dalle gelate (ventoloni e candele) e in un sistema di irrigazione a goccia presente in ogni impianto dell’azienda. “La qualità costa – sottolinea Fabrizio –. I consumatori, giustamente, la richiedono, ma non sempre i mercati sono disposti a riconoscerla, pagando il corrispettivo dovuto a noi produttori che invece abbiamo a che fare con costi in aumento”.

Oltre al ciliegio, l’azienda Angaramo punta forte su pesche, mele e susine, con le prime due che rappresentano ancora lo “zoccolo duro” dell’attività. Proprio come agli inizi: “Per la conversione dell’azienda, da cerealicola e zootecnica a frutticola, avvenuta negli anni Novanta, scelsi di mettere a dimora peschi e meli – spiega Beppe, che seppur in pensione continua a non far mancare il suo prezioso apporto in cascina -. Erano altri tempi, seppur non così lontani.

Ora è cambiato tutto e l’innovazione deve essere costante se vuoi svilupparti e restare al passo con i tempi. Abbiamo sempre fatto investimenti mirati, ragionati nell’ottica di continuare a garantire un futuro alla mia famiglia. E ora che vedo i miei tre figli lavorare per un unico obiettivo posso dire di essere soddisfatto”.

fratelli angaramo (1)

L’unità di intenti, il vero segreto

Il vero segreto infatti, al di là delle evoluzioni colturali e tecniche, risiede proprio nell’intesa che c’è tra Marco, Paolo e Fabrizio che uniti da una forte passione per il loro lavoro riescono a mettere da parte gli inevitabili punti di non contatto, per ricercare sempre, tutti insieme, la strada migliore da percorrere. “I sacrifici e gli sforzi sono molti – ammettono i tre fratelli –, ma la soddisfazione può essere ancora maggiore se le scelte che decidiamo insieme si rivelano vincenti, come fatto con le ciliegie. Certo i prezzi non sono sempre dalla nostra parte – dicono con un filo di amaro sarcasmo –, ma siamo pronti a fronteggiare le difficoltà e non rimpiangiamo di aver lasciato un lavoro ‘sicuro’ per un’avventura che ogni giorno ti riserva nuove sorprese, piacevoli e non”. Quasi un messaggio di fedeltà…che siamo certi sarebbe piaciuto anche al D’Artagnan di Dumas.


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