Articolo pubblicato su L’Agricoltore Cuneese n. 06/2019 – di Paolo Ragazzo
A Roata Canale di Cuneo è attiva dal 1997 l’azienda apistica condotta da Luigi Giordano, uno dei paladini più convinti del miele “Made in Cuneo”. Anche in un’annata poco fortunata come questa, la sua passione per il complesso mondo delle api ci colpisce non appena arriviamo in azienda. Sono oltre 250, in totale, le arnie che Luigi gestisce in nomadismo con meticolosità, spostandole tra Limone, Vernante, Roccavione, Boves e alcune località nell’Astigiano, a seconda della fioritura del momento.
Si inizia con il tarassaco in primavera, si prosegue con l’acacia, per arrivare al castagno e alle fioriture in montagna nella parte più inoltrata della stagione estiva. “La mia è una gestione familiare motivata soprattutto da un amore innato per le api – sottolinea Luigi Giordano –; questo mi ha fatto sopportare meglio anni ricchi soprattutto di sacrifici economici per realizzare il magazzino e il laboratorio di lavorazione, dove vengono stoccate le varie cassette con i melari da cui nasce il miele che vendo privatamente o a grossisti della zona”.
Una volta pronti, i melari vengono deposti in un locale dell’azienda dove in qualche giorno un deumidificatore elimina la percentuale di acqua presente in eccesso ed essere così pronti a passare nel laboratorio vero e proprio. Qui, grazie all’ausilio di una disopercolatrice automatica, viene eliminato dai telaini lo strato di cera che chiude le celle contenenti il miele. La cera raccolta verrà poi fusa per diventare nuovi fogli da cui ripartire con il ciclo di allevamento l’anno successivo.
A questo punto i singoli telaini vengono trasferiti in uno smielatore che, una volta attivato, in venti minuti grazie alla forza centrifuga prodotta fa uscire il miele dai favi, facendolo cadere sul fondo. Viene quindi raccolto e messo in maturatori di acciaio inox dove resta a “decantare” da 15 giorni a qualche mese. In questa fase, la maggior parte della cera ancora rimasta viene a galla e il miele può essere microfiltrato e pulito da ogni impurità. Successivamente il prodotto finale viene confezionato in barattoli di vetro o all’interno di fusti, a seconda del target di acquirente.
Il buon miele cuneese nasce da un’innata passione per le api
Al di là di quanto si potrebbe erroneamente pensare, le attività in un’azienda apistica procedono ininterrotte per tutto l’anno. Hanno il loro picco nei mesi estivi, quelli più produttivi, ma non consentono lunghe soste, al più qualche rallentamento in inverno, quando le api vengono riportate in pianura dalle località a più alta quota. Vanno in glomere col freddo, ma vanno comunque seguite.
“Ho investito molto in questi anni anche nella fecondazione delle api regine, all’interno di arnie più piccole, per autoprodurmi tutto ciò che mi occorre e far crescere l’allevamento – continua Luigi – purtroppo quest’anno la produzione ha subito un calo vorticoso delle quantità, con una netta flessione nei volumi dei mieli di tarassaco e di acacia. La situazione è migliore per quello di castagno.
Tuttavia sono ormai cinque o sei anni che le api producono meno miele”. Ma al di là di un’annata storta, le vere insidie per il settore arrivano da oltre confine, come ricorda l’imprenditore cuneese: “Servirebbe un’etichettatura obbligatoria e trasparente sul miele proveniente dall’estero, proprio per una maggior tutela del prodotto italiano, che si contraddistingue per la sua eccellente qualità e viene sottoposto a controlli rigorosi”. Un’urgenza da affrontare con determinazione se si vuole garantire un futuro all’apicoltura italiana.
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