Articolo pubblicato su L’Agricoltore Cuneese n. 02/2020 – di Paolo Ragazzo
“La razza Piemontese è la migliore di tutte, potrebbe essere il ‘Barolo della carne’, ma va valorizzata di più e meglio”, con queste parole ricche di orgoglio Michele Lanza, 29 anni e da poco diventato papà della piccola Greta, ci accoglie nella storica azienda di famiglia a San Michele Mondovì, proprio sul confine con Lesegno. Il giovane allevatore ha la caparbietà giusta e la volontà necessaria per continuare a tramandare una tradizione che va avanti da 4 generazioni: intrapresa dal bisnonno Vincenzo, originario di Frabosa Sottana e trasferitosi nel 1941 a San Michele, poi proseguita dal nonno Stefano coadiuvato dai fratelli Michi e Mario, che nel 1966 acquistarono l’attuale cascina, e dal papà Andrea.
Investimenti costanti, fino alla nuova stalla
L’avvicendarsi dei protagonisti di questa storia è stato accompagnato negli anni da una crescita dell’azienda, oltre che nei numeri dei capi allevati, anche nelle strutture: la piccola stalla di metà anni ’60, ingrandita nel 1978, ha lasciato spazio nel 1991 a una struttura in grado di accogliere meglio, per adeguate dimensioni, le fattrici e i vitellini, fino ad arrivare al 2019 quando, nel mese di maggio, è entrata in funzione una moderna stalla in cui completare le operazioni di ingrasso degli animali. “Tra femmine e vitelli adesso abbiamo all’incirca 180 capi, ma potenzialmente possiamo crescere nei prossimi anni, il nuovo investimento lo permette – dichiara Andrea Lanza, 55 anni –. Certo occorre molto impegno a condurre una realtà di bovini oggi giorno, i costi di produzione sono molto elevati, ma non è nulla a confronto con la fatica di inizio secolo, quando non c’era l’aiuto della meccanizzazione. Quella tappa segna una svolta vera per il nostro settore. Io oggi continuo a svolgere il mio lavoro in azienda, ma la passione di mio figlio Michele per questo non facile mestiere mi fa ben sperare per gli anni a venire”. Eh sì, perché a parlare con Michele si coglie subito il suo amore per la Piemontese.
“Dopo gli studi in Agraria sono entrato definitivamente a lavorare in azienda – ci spiega –; il mestiere dell’allevatore richiede sacrifici a cui devi essere abituato, non puoi improvvisarti e soprattutto deve piacerti, guardando oltre gli sforzi che richiede. Devo ringraziare la mia famiglia e mia moglie per i preziosi aiuti che mi danno. Io ci metto tutto me stesso, perché per questi animali ho una vera e propria passione”. Qui il tono di voce di Michele non nasconde un dolce romanticismo, quanto più fa trasparire la sua seria convinzione che la razza Piemontese abbia una marcia in più. Capace di farti innamorare.
Questa certezza ha spinto il giovane allevatore ad aderire all’associazione Amici della Piemontese, nata a Carrù nel febbraio 2018 per valorizzare, in particolare, le femmine della razza. “Possono iscriversi solo gli allevatori di Piemontese iscritti al libro genealogico che hanno nelle proprie aziende la tipologia ‘vacche nutrici da riproduzione’ – continua Michele –. Molteplici sono le finalità, ma in generale la volontà è quella di far conoscere l’assoluta qualità delle femmine della razza e cercare nuovi mercati. Sono nati così i marchi Manzotta, per bovine di età compresa tra i 24 e i 48 mesi, e La Madama Bianca, per femmine sopra i 48 mesi. Entrambi con un loro logo e regolamento”. L’associazione vanta già un centinaio di iscritti e sta raccogliendo importanti risultati nonostante la “giovane” età, ma occorre osare di più e uscire dai mercati locali. “Ci vuole tempo e non bisogna scoraggiarsi ai primi risultati – dice ancora Michele –, ma sarebbe bello riuscire ad avere una macelleria per ogni provincia d’Italia in cui trovare i due marchi simbolo di assoluta qualità”.
Una carne superiore in cerca di nuovi mercati
La superiorità della carne Piemontese va fatta risalire in primo luogo alle caratteristiche genetiche della razza, confermate in più studi condotti da enti di ricerca e università. Il ridotto contenuto di colesterolo e il livello di grasso, molto basso e con una composizione che vede una presenza notevole di acidi a lunga catena, la collocano poi tra quelle più salubri, avvicinandola per virtù dietetiche al pesce. Tutto ciò con una tenerezza e una sapidità che la rendono molto versatile in cucina e di sicuro successo per qualsiasi portata. Un prodotto che racconta sapientemente un territorio capace di esprimere eccellenze in ogni campo grazie a tradizione, conoscenze e passione, ma che deve sempre più farsi conoscere al di fuori dei propri confini. Anche per la Piemontese questa è una delle sfide cruciali per lo sviluppo della razza e l’allevamento della famiglia Lanza è già sceso in campo per dare il suo contributo
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