Articolo pubblicato su L’Agricoltore Cuneese n. 01/2020 – di Fabio Rubero
“È il Nebbiolo che circonda la mia casa e la mia vita è quindi immersa magicamente tra Barbaresco e Barolo. Credo sia una fortuna, o almeno io la percepisco come tale. E provo gioia nel condividerla. Mi emoziona infatti pensare che il frutto della vite e del lavoro in cui mettiamo tutto il nostro cuore, possa accompagnarvi anche oltre…. sino alla tavola nelle vostre case”. Inizia così la toccante lettera scritta da Walter Lodali in occasione dell’ottantesima vendemmia consecutiva effettuata lo scorso anno dall’omonima azienda di cui è alla guida. Un traguardo di straordinario prestigio per raggiungere il quale è necessaria una perseverante continuità che solo chi fonda la propria attività su basi granitiche riesce a garantire. Un risultato eccellente che è valso negli ultimi giorni dello scorso anno la consegna del riconoscimento “Orgoglio Agricolo” di Confagricoltura Cuneo da parte del direttore Roberto Abellonio e del segretario della zona di Alba, Mario Viazzi.
TREISO L’AZIENDA VITIVINICOLA DI WALTER LODALI È STATA INSIGNITA DEL PREMIO “ORGOGLIO AGRICOLO” DI CONFAGRICOLTURA
Eppure, per l’azienda di Treiso, questa cavalcata lunga otto decenni è stata tutt’altro che facile, sin dai suoi inizi. È infatti agli albori della seconda guerra mondiale (nel 1939) che Giovanni Lodali, contadino e figlio di contadini, inizia a vinificare per i clienti della sua trattoria a Treiso, ai tempi l’unica presente nella piccola borgata langarola. Il conflitto globale, fortunatamente, non spegne e men che meno attenua l’entusiasmo di Giovanni che, concluse le ostilità, alla casa che sta costruendo, decide di affiancare una grande cantina. È qui che la famiglia Lodali celebra un matrimonio, che si rivelerà inscindibile, con il mondo enologico. Una tradizione di famiglia che il figlio di Giovanni, Lorenzo, rafforza nel 1955, quando si diploma ad Alba alla scuola enologica. Passano solo tre anni e, insieme alla moglie Rita, il giovane Lorenzo inizia a produrre i primi cru: Barbaresco e Barolo. Il successo è pressochè immediato, globale e l’azienda inizia così un percorso di crescita esponenziale e continua.
Il destino però, nei primissimi anni 80, complica non poco i piani alla famiglia ed all’azienda di Treiso, togliendo prematuramente la vita a Lorenzo e lasciando così soli Rita e Walter, il figlioletto appena nato. “Mia madre – racconta Walter – fino ad allora aveva fatto per vent’anni la parrucchiera. Alla morte di mio padre mise in gioco tutta se stessa in un momento in cui di donne che operassero in prima persona nel mondo vitivinicolo non vi era praticamente traccia. Se oggi siamo qui a parlare di questo incredibile risultato il merito è suo, e naturalmente di mio padre: insieme hanno creato e fortemente voluto questa azienda. A loro devo tutto, anche per ciò che mi hanno saputo trasmettere: su tutto il valore del lavoro e la passione per la terra. Cerco quindi ogni giorno con il massimo della dedizione possibile di onorare tutto ciò, ma sono certo che non potrò mai ringraziarli abbastanza”. Pecca forse di eccessiva modestia Walter che, fatto salvo l’incommensurabile lavoro svolto dai genitori, ha non pochi meriti nel successo della cantina che porta il suo cognome e che personalmente guida, affiancato da mamma Rita, dal 1998, subito dopo essersi diplomato alla scuola enologica di Alba.
A Walter va ascritto il grande merito di avere portato in azienda nuova linfa vitale rinnovando le attrezzature, perfezionando le tecniche di produzione e vinificazione, curando ed esaltando il terroir dei vigneti Bricco Ambrogio e Rocche dei Sette Fratelli. Così nel 2005 nascono le Riserve “Lorens”, Lorenzo in piemontese in ricordo del padre, Barolo e Barbaresco prodotte con le uve selezionate delle annate migliori dai vigneti Bricco Ambrogio e Rocche dei Sette Fratelli. Già, perché la selezione delle uve migliori è da sempre alla base della filosofia aziendale, sin dai tempi del fondatore Giovanni: “Mio nonno diceva sempre ‘Devono essere le uve migliori perchè qui il vino ce l’hanno tutti e tutti s’intendono molto; se non vinifichi e non hai fatto una buona scelta vanno a comprare altrove’”.
Oggi la cantina Lodali produce tre vini bianchi (Arneis, Chardonnay e Moscato) e sei vini rossi (Dolcetto, Barbera, Nebbiolo, Barbaresco e Barolo) in 13 diverse etichette: “Essendo produttori di lunga data, possiamo vinificare il Barolo anche al di fuori dei comuni previsti dal disciplinare. I vigneti si trovano chiaramente in quei terreni, ma la vinificazione ci è consentito svolgerla nella nostra cantina di Treiso”. “80 candeline sono un piccolo traguardo – conclude Walter – ma un grande stimolo ad andare avanti con la consapevolezza di essere impegnati forse non a produrre la miglior etichetta, ma sicuramente nel vivere la vita più bella del mondo: semplicemente quella del contadino che coltiva la vite riuscendo a dare un’emozione trasformando con serietà e pazienza l’uva in vino”. La stessa emozione di chi quel vino ha la fortuna di gustarli.
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