In Italia ci sono 56.665 proprietari di alveari, con 1.835.776 colonie (1.579.776 alveari e 256.000 sciami, 2 milioni di api regine e 80 miliardi di api operaie): siamo il quarto Paese su scala europea, con un valore ecosistemico di 150 miliardi di euro; numeri in crescita costante che riguardano un indotto articolato di produzioni dell’alveare (miele, polline, pappa reale, propoli, idromele), servizi di impollinazione all’agricoltura e all’ambiente, tecnologie e attrezzature apistiche, laboratori per le analisi del miele, ricerca specializzata e un’ampia parte di società che guarda agli apicoltori come esempio didattico nella scuola.
Sono i dati che la FAI-Federazione Apicoltori Italiani ha illustrato ieri all’Audizione della 9a Commissione Agricoltura e Attività Produttive, presieduta dal Senatore Gianpaolo Vallardi.
“La legge classifica l’apicoltura attività di interesse nazionale, finalizzata a garantire l’impollinazione naturale e la biodiversità – ha dichiarato il presidente della FAI, Raffaele Cirone, in Commissione Agricoltura - Non chiamateci «hobbisti o amatori», sono categorie inesistenti sotto il profilo legislativo e sminuiscono chi non sceglie la strada del reddito o dell’allevamento commerciale. In realtà – ha ribadito con forza Cirone – gli apicoltori sono tutti allevatori con un elevato livello professionale teso a preservare anche una sola famiglia di api. Questo patrimonio dell’Italia va difeso nell’interesse di tutti”.
Un tema, l’apicoltura, che mette d’accordo tutti i Gruppi Parlamentari: oltre al presidente Gianpaolo Vallardi (LN), sono intervenuti i Senatori Mino Taricco (PD), Francesco Mollame (M5S), Giorgio Maria Bergesio (LN) e le Senatrici Fulvia Caligiuri (FI) e Rosa Silvana Abate (M5S). Tutti concordi nel considerare l’apicoltura comparto meritevole di maggiori attenzioni da parte delle Istituzioni, cui si chiede di attivare politiche di difesa e rilancio.